Articolo da East Journal
Da giovedì scorso la regione balcanica è in stato di emergenza a causa delle alluvioni che hanno coinvolto diverse regioni della Bosnia-Erzegovina, Serbia e in un secondo momento anche Croazia. Le zone maggiormente colpite si concentrano nella Bosnia centrale, nella Serbia orientale e nel distretto di Belgrado e in Croazia nella Slavonia orientale.
Mentre lo stato d’allerta resta alto a causa di una prevista piena della Sava e del Danubio, le operazioni di soccorso proseguono ininterrotte notte e giorno, così come la raccolta di aiuti umanitari che provengono non solo dalla regione ma da diverse parti del mondo.
Nonostante non sia ancora possibile effettuare una stima totale dei danni causati dall’alluvione, specialmente nel lungo periodo, secondo diverse stime ci sono almeno 50 morti, di cui 20 solo in Serbia. Numerose città continuano a rimanere isolate dal resto del mondo, senza acqua potabile, cibo e corrente elettrica, in attesa che il livello dell’acqua si abbassi.
Mentre lo stato d’allerta resta alto a causa di una prevista piena della Sava e del Danubio, le operazioni di soccorso proseguono ininterrotte notte e giorno, così come la raccolta di aiuti umanitari che provengono non solo dalla regione ma da diverse parti del mondo.
Nonostante non sia ancora possibile effettuare una stima totale dei danni causati dall’alluvione, specialmente nel lungo periodo, secondo diverse stime ci sono almeno 50 morti, di cui 20 solo in Serbia. Numerose città continuano a rimanere isolate dal resto del mondo, senza acqua potabile, cibo e corrente elettrica, in attesa che il livello dell’acqua si abbassi.
La situazione in Bosnia-Erzegovina
Il governo della Bosnia-Erzegovina ha proclamato quella di oggi come Giornata di lutto (Dan žalosti). Le regioni in cui le esondazioni hanno avuto gli effetti peggiori sono il cantone di Tuzla, il cantone di Zenica-Doboj e il nord-est della Republika Srpska (una delle due entità in cui è diviso il paese) e le città maggiormente colpite sono Maglaj, Doboj (dove secondo diverse stime ci sarebbero almeno una ventina di morti), Odžak, Šamac, Brčko e Bijeljina.
Per ora, in totale sono oltre 30 mila le persone che hanno lasciato le proprie case,
di cui molte andate distrutte a causa di frane, che al momento
rappresentano il pericolo maggiore. Si calcola che circa un terzo della
popolazione sia stata e sarà colpita dagli effetti delle alluvioni, che
ha già provocato danni all’agricoltura, all’allevamento e alle
infrastrutture per miliardi di euro.
La solidarietà nei confronti della
Bosnia non ha tardato a mobilitarsi, e i volontari partono da diverse
città del paese in aiuto ai villaggi alluvionati. Oltre all’azione della
Croce Rossa, che sta raccogliendo aiuti umanitari in
diverse città, la solidarietà arriva anche dai paesi della regione –
Croazia, Slovenia, Macedonia, Montenegro ma anche Bulgaria e Turchia –
hanno già spedito diversi aiuti. Da Austria e Germania arrivano diversi
contingenti umanitari (grazie soprattutto alla mobilitazione della numerosa diaspora in questi due paesi), nonché uno staff di specialisti armati di mezzi di soccorso e pompe per il drenaggio dell’acqua.
Inoltre, diverse personalità dello spettacolo e dello sport, come i calciatori della nazionale, si sono mobilitati personalmente per raccogliere fondi e aiuti umanitari.
Inoltre, diverse personalità dello spettacolo e dello sport, come i calciatori della nazionale, si sono mobilitati personalmente per raccogliere fondi e aiuti umanitari.
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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
Articolo tratto interamente da East Journal
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