Articolo da Radio Città Fujiko
A che punto è la ricostruzione in Emilia, a due anni dal terremoto? Stando alle parole di Vasco Errani, e al bilancio tracciato venerdì scorso, i risultati sono positivi. Aureliano Mascioli, del Comitato Sisma.12, riporta invece una situazione diversa, tra difficoltà economiche e ritardi nella ricostruzione privata.
Il 20 maggio 2012 l'Emilia veniva sconvolta dal terremoto. A due anni di distanza la ricostruzione delle case e delle imprese stenta ancora a ripartire, e i terremotati si trovano a dover fare i conti con una sospensione dei mutui sempre promessa ma mai effettivamente applicata. La settimana scorsa il presidente della Regione e commissario straordinario Vasco Errani aveva tracciato un bilancio positivo della ricostruzione in corso, con una economia in ripresa e 7 famiglie su 10 tornate nelle proprie abitazioni.
"L'economia non è ripartita e non è al livello di prima - è invece il giudizio di Aureliano Mascioli, del Comitato Sisma.12 - basti vedere i pignoramenti e le operazioni delle banche nei confronti dei privati e delle ditte". Numerose difficoltà riguardano la ricostruzione, in particolare quella privata: "nella ricostruzione privata ci sono tantissimi intoppi. Noi contestiamo l'impianto delle ordinanze perché non tutelano i terremotati dal punto di vista del diritto. Gli intoppi - spiega Aureliano - derivano dal fatto che il 100% di contributi che era stato garantito è legato ai costi ammessi, quindi il più delle volte i terremotati sono costretti a rinunciare a parti di lavoro oppure a mettere di tasca proprio il rimanente".
"L'economia non è ripartita e non è al livello di prima - è invece il giudizio di Aureliano Mascioli, del Comitato Sisma.12 - basti vedere i pignoramenti e le operazioni delle banche nei confronti dei privati e delle ditte". Numerose difficoltà riguardano la ricostruzione, in particolare quella privata: "nella ricostruzione privata ci sono tantissimi intoppi. Noi contestiamo l'impianto delle ordinanze perché non tutelano i terremotati dal punto di vista del diritto. Gli intoppi - spiega Aureliano - derivano dal fatto che il 100% di contributi che era stato garantito è legato ai costi ammessi, quindi il più delle volte i terremotati sono costretti a rinunciare a parti di lavoro oppure a mettere di tasca proprio il rimanente".
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Fonte: Radio Città Fujiko
Autore: redazione Radio Città Fujiko
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Articolo tratto interamente da Radio Città Fujiko
Photo credit Lepido (Own work) [CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons
Vasco Errani cosa vuoi che dica, ovviamente tira l'acqua al suo mulino ed evita di darsi la zappa sui piedi, la realtà è ben diversa e da emiliani lo sappiamo bene, l'economia ha subito un colpo netto e secco. Chi è rientrato nelle proprie abitazioni non c'è rientrato perchè è scesa la manna dal cielo o per intervento del governo, ma c'è entrato perchè ha dato fondo a crediti e acceso debiti e di sicuro non dorme tranquillo.
RispondiEliminaBacioni
Sabrina&Luca
caro cavaliere, io ignoro che sono questi nomi ma so solo che le catastrofi arrivano in un attimo e in poche secondi è una distruzione.
RispondiEliminaPoi per ricostruire ci vuole la pazienza e tante volte non basta nemmeno quella. Ciao e buona serata caro amico.
Tomaso