martedì 12 marzo 2013
Lo strano caso di Felice C: recensione teatrale
Lo strano caso di Felice C. è una commedia teatrale di Vincenzo Salemme.
Trama
L’impiegato statale sulle pensioni Giuseppe Cocuzza giunge a casa di Felice C., avendo lui effettuato una richiesta di invalidità civile. All’inizio Giuseppe incontra il nonno di Felice, e chiamandosi anche lui Felice C. crede che la richiesta fosse dell’anziano signore inoltre su una sedia a rotelle, mentre il nipote era in bagno.
Dopo una serie di esilaranti incomprensioni tra Giuseppe ed il vecchio, compare il Felice della richiesta. Cocuzza capisce che il giovane uomo desidera avere il sussidio, ma nonostante ciò rimane perplesso chiedendosi perché un ragazzo relativamente giovane chieda la pensione di invalidità.
Felice gli risponde che desidera avere la pensione a causa della caduta del comunismo, di cui Felice ne era seguace. Cocuzza non può accogliere la domanda, quindi Felice cerca di far capire il suo stato d’animo a Cocuzza con una serie infinita di esempi, finché Felice si fa prendere dalla rabbia a causa dell’indifferenza di Cocuzza e comincia ad urlare che se non accetterà la domanda lui stesso diventerà un delinquente, quindi Giuseppe scappa spaventato.
Qualche anno dopo incominciano ad arrivare a Giuseppe dei pacchetti contenenti 30 milioni di lire ogni fine mese, i pacchetti non hanno segnato il mittente ma su ogni pacchetto ci sono scritte frasi diverse con la costante parola ”Felice”.
Allora Giuseppe, insieme alla moglie Clelia e ai cognati Luigi e Livia comincia a pensare a come nascondere i pacchetti al fisco, e mentre la moglie e il cognato vogliono spendere i soldi il prima possibile, Giuseppe teme di avere problemi in futuro e cerca di mantenere i soldi. In seguito si presenta a casa di Cocuzza il Felice C. di qualche anno fa e confessa di avergli mandato lui i pacchetti, essendo lui diventato un ricchissimo malavitoso.
Allora Felice ricorda a Giuseppe di quando gli disse che se non avesse accettato la domanda sarebbe diventato un delinquente. Quindi Felice comincia a raccontare di come fosse diventato un potente spacciatore e di come avesse fatto morire suo nonno in una casa di riposo. Dice di aver dato metà del suo guadagno a colui che gli ebbe dato l’idea di entrare nella malavita.
Allora Giuseppe comincia a sentirsi in colpa per tutti i crimini commessi da Felice e rifiuta i soldi, ma ad un certo punto interviene la moglie che vuole tenersi il denaro, quindi cominciano a nascere dei litigi.
Ma ad un certo punto arriva il nonno di Felice con un elegantissimo abito. Allora nasce lo stupore nel vedere il vecchio morto a detta del nipote. Quindi Felice rivela a Giuseppe che era tutto uno scherzo: lui non era diventato ricco per esser diventato un mafioso, ma per aver vinto al Super Enalotto, e di aver fatto tutto per dimostrare all’impiegato come possono crollare le convinzioni, proprio come era successo a lui anni fa.
Curiosità
Esiste anche un film ispirato allo spettacolo teatrale, si chiama Cose da pazzi, diretto e interpretato dallo stesso Salemme.
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