mercoledì 13 giugno 2012
Noam Chomsky denuncia "tutte le non-atrocità" degli Stati Uniti
Articolo da Osservatorio Iraq
In realtà basterebbe ripercorrere quanto accaduto nelle ultime settimane.
Il 10 maggio, sono state inaugurate le Olimpiadi estive proprio nel il luogo di nascita degli antichi giochi.
Pochi giorni prima, notizia passata praticamente inosservata, il governo del Vietnam ha inviato una lettera al Comitato olimpico internazionale per esprimere la sua profonda preoccupazione "per la decisione del CIO di accettare la Dow Chemical Company come partner mondiale nella sponsorizzazione dell'evento".
Dow è infatti un'azienda produttrice delle sostanze chimiche che Washington ha utilizzato dal 1961 in poi per distruggere le colture e foreste del Vietnam del Sud, inondando il paese con agent orange.
Questi veleni contengono diossina, uno dei più letali agenti cancerogeni noti, che affligge milioni di vietnamiti e molti soldati americani.
Ancora oggi in Vietnam, i feti abortiti e i neonati deformi sono molto probabilmente 'effetti' di questi crimini - anche se, alla luce del rifiuto di Washington di indagare, disponiamo ad oggi solo gli studi di scienziati vietnamiti e indipendenti.
Si sono uniti all'appello contro la Dow anche il governo indiano, l'Indian Olympic Association, ed i superstiti della terribile fuga di gas del 1984 a Bhopal, uno dei peggiori disastri industriali della storia, che ha ucciso migliaia di persone e ferito più di mezzo milione.
Union Carbide, la società responsabile del disastro, è stata rilevata da Dow, che di certo ritiene che la questione non meriti il minimo interesse.
Nel mese di febbraio, Wikileaks ha rivelato che Dow ha contrattato l'agenzia investigativa privata statunitense Stratfor per monitorare gli attivisti che chiedono di essere risarciti per le vittime e il perseguimento dei responsabili.
Un altro grande crimine con effetti molto gravi e duraturi è stato l'assalto dei marines alla città irachena di Falluja, nel novembre del 2004.
Donne e bambini erano stati autorizzati a scappare, se avessero potuto.
Dopo diverse settimane di bombardamenti, l'attacco è stato lanciato come un crimine di guerra attentamente pianificato: ricordiamo l'invasione dell'ospedale di Falluja, dove pazienti e personale sono stati obbligati a rimanere a terra, con le mani legate.
La motivazione ufficiale era che l'ospedale stava segnalando vittime civili, e quindi era considerato "un'arma di propaganda".
Gran parte della città è stata ridotta a "rovine fumanti", mentre i marines cercavano di stanare gli insorti nelle loro "tane".
Gli invasori hanno impedito l'ingresso all'organizzazione umanitaria della Mezzaluna Rossa.
In assenza di un'inchiesta ufficiale, le proporzione dei crimini commessi sono tutt'ora sconosciute.
Se gli eventi di Falluja ricordano quelli che hanno avuto luogo nell'enclave bosniaca di Srebrenica, di cui ora si ha di nuovo notizia grazie al processo per genocidio che vede imputato il comandante serbo bosniaco Ratko Mladic, Falluja ricorda da vicino il Vietnam.
Nella città irachena i ricercatori hanno riscontrato un drastico incremento della mortalità infantile, per cancro e leucemia, anche superiore ai livelli Hiroshima e Nagasaki.
La quantità di uranio utilizzato è stata di gran lunga maggiore.
Uno dei rari ricercatori provenienti dai paesi invasori è il dott. Kypros Nicolaides, direttore del centro di ricerca di feto-medicina del King 's College Hospital di Londra, che afferma: "Sono sicuro che gli americani hanno usato armi che hanno causato queste deformità".
Gli effetti persistenti di un'altra 'non - atrocità' sono stati segnalati il mese scorso anche dal professore statunitense di diritto James Anaya, il relatore delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni.
Anaya ha osato calpestare un territorio proibito, indagando sulle condizioni scioccanti tra discendenti della popolazione nativa negli Stati Uniti.
Secondo lui "la povertà, le cattive condizioni di salute, la mancanza di un'istruzione formale hanno tassi molto superiori a quelli di altri segmenti della popolazione americana".
Eppure nessun membro del Congresso si è mostrato disposto ad incontrarlo, così come l'attenzione della stampa è stata minima.
Guardando quasi a caso in tutto il mondo, troviamo poi Abdulhadi al-Khawaja, co-fondatore del Centro per i diritti umani del Bahrein, destinato a morte certa in carcere, per via del lungo sciopero della fame che sta conducendo.
E padre Mun Jeong-hyeon, l'anziano sacerdote coreano che è stato gravemente ferito mentre stava radunando una folla come protesta contro la costruzione di una base navale statunitense a Jeju Island, chiamata un'isola di pace, ed ora occupata dalle forze di sicurezza per la prima volta dal 1948 dopo le stragi da parte del governo sud-coreano imposto dagli Stati Uniti.
E ancora lo studioso turco Ismail Besikci, che si trova a dover affrontare un nuovo processo per aver difeso i diritti dei curdi.
Quest'ultimo ha già trascorso gran parte della sua vita in carcere con la stessa accusa, anche durante gli anni Novanta, quando l'amministrazione Clinton forniva alla Turchia enormi quantità di aiuti militari - in un momento in cui l'esercito di Ankara perpetrava alcune delle peggiori atrocità dell'epoca.
Ma questi casi sono inesistenti, seguendo principi standard, insieme ad altri troppo numerosi da menzionare.
* per leggere la versione integrale dell'articolo, clicca qui.
Fonte: Osservatorio Iraq
Autore: Noam Chomsky traduzione a cura Rino Finamore*
Licenza: Copyleft
Articolo tratto interamente da Osservatorio Iraq
Photo credit jeanbaptisteparis caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons
3 commenti:
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Grazie per queste informazioni. Purtroppo chissà quali altre cose sono state nascoste. Sono passata anche per farti un saluto.
RispondiEliminaA presto...Sibilla
Molto interessante caro Cavaliere, certe chiare informazioni le troviamo sempre qui da te,buona serata caro amico.
RispondiEliminaTomaso
Sempre degnamente sulla breccia, Noam Chomsky!
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