A Putignano, Bari, succede che la polizia bussi a casa tua e ti chieda di togliere la bandiera palestinese dal balcone. Perché? Perché passa il Giro d’Italia, e quella bandiera potrebbe finire inquadrata dalle telecamere nazionali. Sì, avete capito bene: una bandiera, simbolo di solidarietà verso un popolo che da mesi subisce violenze, diventa un problema di "ordine pubblico" solo perché c’è una gara di biciclette in strada.
Sofia Mirizzi, la donna che ha esposto la bandiera, racconta che non stavano infrangendo alcuna legge, non disturbavano nessuno, stavano solo esercitando il diritto di espressione nel proprio spazio privato. Eppure, la polizia è salita a casa loro e ha chiesto di toglierla, senza spiegazioni chiare, solo con un “sarebbe opportuno”. Alla fine l’hanno tolta, ma la domanda resta: da quando esprimere solidarietà pacifica diventa un problema? Da quando un gesto civile e umano è considerato una minaccia?
Questo episodio è un pugno nello stomaco alla libertà di espressione, un segnale preoccupante che non può passare sotto silenzio. La bandiera palestinese non è odio, è un grido di umanità. E se per una gara sportiva dobbiamo censurare questo, allora qualcosa non va nel nostro modo di intendere la democrazia.
Perché la libertà di esprimere solidarietà non può essere messa in quarantena solo perché passa il Giro d’Italia sotto casa. Punto!
Immagine generata con intelligenza artificiale
Le solite schifezze italiane,io a casa mia espongo la bandiera che voglio.
RispondiEliminaCiao
Ultimamente troppi episodi simili.
EliminaUn Giro d'Italia che fa le prime tre tappe in Albania come accordo per gli immigrati da "ospitare" la dice già lunga..
RispondiEliminaStessa tecnica usata nel ventennio fascista.
Elimina