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giovedì 8 maggio 2025

8 maggio 1945 - Fine della Rivolta di Praga contro l'occupazione nazista

Prague liberated by Red Army in may 1945 - marshall Konev


Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera

La rivolta di Praga (da non confondere con la Primavera di Praga del 1968) si è verificata dal 5 maggio all'8 maggio del 1945: la resistenza ceca e la popolazione di Praga si ribellarono all'occupazione tedesca. Negli scontri persero la vita circa 1 700 cechi e 1000 soldati tedeschi. La rivolta fu il preambolo alla liberazione della città dalle forze naziste che si ebbe formalmente con l'arrivo dell'Armata Rossa.

Alla base della rivolta

L'occupazione nazista della Cecoslovacchia determinò la militarizzazione dell'economia, l'eliminazione dei diritti politici, la deportazione in Germania per lavori forzati; tutti questi fattori influirono sulla vita della popolazione ceca. L'oppressione non colpì solo la classe operaia, ma anche i "ceti medi“, i piccoli e medi imprenditori. Il sentimento anti nazista e antifascista della popolazione di Praga si manifestò già dall'inizio dell'occupazione del Terzo Reich, basta ricordare la grande manifestazione del 28 ottobre 1939, in cui perse la vita lo studente Jan Opletal[1], e quella che si ebbe il successivo 15 novembre ai suoi funerali, alla quale i nazisti replicarono con un brutale attacco contro gli studenti, che portò alla chiusura di tutte le scuole superiori cecoslovacche; anche se Praga non fu mai una città di “collaborazionisti” e nemmeno una città della “resistenza”, non si può nascondere che gli anni dell'occupazione, pur non galvanizzando la popolazione locale, non abbiano lasciato cicatrici terribili e indelebili di una dittatura spietata e feroce.[2]

Grazie all'apporto di comunisti, antifascisti cechi e con l'aiuto dei sovietici, fu possibile organizzare unità partigiane che guadagnarono gradualmente sempre maggior peso nella lotta di liberazione. Secondo ricerche più recenti, nella primavera del 1945, circa 120 unità partigiane grandi e piccole si unirono in un unico gruppo che annoverava 7 500 antifascisti. Essi presero parte alla "battle of the rails", in cui sabotarono le ferrovie e i trasporti stradali attaccando i treni delle truppe tedesche e danneggiando stazioni e ponti. In questo periodo, a Praga, esistevano due tipi di organizzazioni e gruppi “illegali”[3]:

  • organizzazioni e gruppi composti da patrioti che effettuavano una vera e propria lotta contro il nazismo; la più importante organizzazione fu il Partito Comunista di Cecoslovacchia.
  • Gruppi composti da persone che nulla avevano in comune con la lotta al nazismo, ma che tentarono di realizzare un colpo di stato a proprio favore; questi ultimi non avevano il supporto della popolazione ed erano costituiti da ufficiali del Central Military Command, denominato Central National Committee in Prague.

In aggiunta a quanto detto in precedenza, l'avvicinarsi della fine della guerra ebbe un effetto galvanizzante sui residenti di tutta la Cecoslovacchia che rafforzò il desiderio di dimostrare, in modo esplicito, l'odio amaro verso gli occupanti tedeschi. In occasione del 68º anniversario della rivolta (5 maggio 2013), alludendo a ogni forma di dittatura Miloš Zeman (3º Presidente della Repubblica Ceca) ha, infatti, affermato: "La causa profonda è stata l'umiliazione crescente della nazione ceca e la perdita di dignità, perché la gente non poteva esprimere le proprie opinioni apertamente...".[4]

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Photo credit Karel Hájek, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons


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