giovedì 21 novembre 2024

C'è ancora domani: recensione del film



C'è ancora domani è un film del 2023 diretto, co-scritto e interpretato da Paola Cortellesi.


Attenzione: il seguente articolo contiene spoiler del film!


Trama 

Roma, maggio 1946. La città è occupata, come il resto d'Italia dopo la sconfitta e le devastazioni della seconda guerra mondiale, dai reparti militari Alleati; sono inoltre imminenti il referendum istituzionale e l'elezione dell'Assemblea Costituente del 2 e 3 giugno. In città vive la famiglia Santucci, composta dalla madre Delia, dal padre Ivano, un uomo violento e irascibile che quotidianamente percuote, deride e svilisce la moglie, da Ottorino, il padre di Ivano, dal carattere identico a quello del figlio, e dai tre figli della coppia: la primogenita Marcella, Sergio e Franchino. Marcella disprezza la madre per la passività con cui subisce gli abusi coniugali, tentando sempre di giustificarli, e cerca di farle capire che è evidente che Ivano la tradisce con altre donne durante le sue uscite serali. Le giornate di Delia si dividono tra le violenze fisiche e psicologiche perpetrate dal marito, le faccende domestiche e vari lavori sottopagati, in particolare uno in una fabbrica di ombrelli nella quale un giovane ragazzo, nonostante sia un semplice apprendista con molta meno esperienza di lei, percepisce una paga maggiore solamente perché è un uomo.

Le uniche fonti di sollievo per la donna sono l'amicizia con Marisa, una fruttivendola spiritosa e ottimista (che, al contrario di Delia, ha una relazione matrimoniale sana), e con il meccanico Nino, con il quale aveva avuto in passato un innamoramento che non era però sfociato in una proposta di matrimonio e che a un certo punto le propone di emigrare con lui verso il Settentrione per avere opportunità lavorative e di vita migliori.

Un giorno Delia restituisce una foto di famiglia, ritrovata casualmente, a un soldato afroamericano, William, che l'aveva smarrita. Il militare la ringrazia offrendole del cioccolato, ma i due non riescono a dialogare in quanto lei non conosce l'inglese e lui non conosce l'italiano. Dopo altri incontri fortuiti tra i due, William nota i lividi sul corpo di Delia e intuisce i suoi problemi. La donna riceve anche una lettera misteriosa che inizialmente getta via, ma poi decide di custodire, traendo da essa la forza per reagire alla sua condizione. Nel frattempo Marcella organizza il proprio matrimonio con il fidanzato Giulio Moretti, giovane rampollo di una famiglia benestante, proprietaria di un bar della zona: Ivano è soddisfatto per il tornaconto economico che potrebbe scaturire dalle nozze, mentre i fratelli della ragazza non vedono l'ora che ella si sposi e se ne vada da casa per poter occupare la sua stanza e non dover dormire più assieme. Nonostante il pranzo a casa di Delia con la famiglia di Giulio abbia degli esiti imbarazzanti dovuti al comportamento volgare di Ivano, Sergio, Franchino e Ottorino, Giulio e Marcella si fidanzano ufficialmente.

Successivamente, Delia si accorge che Giulio manifesta verso Marcella gli stessi atteggiamenti che Ivano presentava verso di lei quando si erano fidanzati, quindi teme che la figlia possa andare incontro a un destino simile al suo, finendo regolarmente vessata e umiliata da un marito violento e possessivo. Tramite l'aiuto di William, la donna fa quindi esplodere il bar della famiglia Moretti, riducendola in miseria e causando la rottura del fidanzamento, cosa che addolora molto Marcella, la quale vorrebbe sposare comunque Giulio, ma Ivano glielo impedisce.

A questo punto Delia decide di ribellarsi al marito, scegliendo come data per farlo il 2 giugno. Quando arriva il momento, si prepara ideando uno stratagemma (raccontare ad Ivano di dover andare a fare delle iniezioni al palazzo di Marisa, come già aveva fatto altre volte) per allontanarsi senza destare sospetti, ma proprio quel giorno il suocero Ottorino, da tempo malato e costretto a letto, ha un peggioramento improvviso e muore. Viene dunque organizzata la veglia funebre, che costringe Delia a restare a casa per tutto il giorno. La donna non si perde d'animo, dicendosi che "c'è ancora domani" per mettere in atto il suo piano.

Il mattino successivo, Delia lascia a Marcella una busta con una lettera e dei soldi che aveva originariamente risparmiato per il corredo nuziale della figlia (di nascosto da Ivano, il quale invece voleva riciclare il vecchio abito da sposa della moglie) e che ha invece deciso di far usare alla figlia per poter studiare e diplomarsi (Ivano, invece, aveva deciso che Marcella non avrebbe dovuto studiare in quanto femmina e che bisognava risparmiare soltanto per l'istruzione dei due figli maschi), per poi uscire e avviarsi a fare ciò che ha in programma: recarsi di nascosto alle urne, votando per la prima volta, come molte altre donne d'Italia. Prima di entrare nel seggio, si rende conto di aver lasciato a casa la tessera elettorale, che era il contenuto della misteriosa lettera ricevuta in precedenza, e in quel momento viene raggiunta sia dal marito che dalla figlia, i quali, avendo trovato la scheda, l'hanno raggiunta con intenti opposti: il primo per riportare la moglie di forza a casa, la seconda per consegnare la tessera alla madre e permetterle così di votare.

Marcella riesce a dare il documento a Delia; all'uscita del seggio, Ivano si dirige minaccioso verso la moglie, ma viene fermato dallo sguardo deciso di lei, che lo fissa attorniata dalle altre donne che come lei hanno votato per la prima volta, spingendolo a desistere e ad andarsene. 

Curiosità sul film

Il film è caratterizzato dal fatto di essere girato completamente in bianco e nero,[13][14] scelta motivata dalla Cortellesi sia come un tributo ai film neorealisti italiani del secondo dopoguerra sia dal fatto che lei immaginasse rappresentate in questo modo le memorie delle proprie nonne.[14] Per i primi otto minuti del film sono state inoltre utilizzate delle cineprese in rapporto 4:3, un altro omaggio ai film dell'epoca.

Nelle settimane successive alla distribuzione del film, diverse scuole medie e superiori in tutta Italia hanno condotto campagne di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere e sui femminicidi, incentivando le loro classi ad assistere alla proiezione del film presso le sale cinematografiche locali.

La mia opinione

"C'è ancora domani" è un'opera che coniuga racconto popolare e riflessione sociale, offrendo uno sguardo intenso e toccante sulla condizione femminile in un periodo storico difficile. Un film che merita di essere visto per la sua capacità di emozionare e far riflettere.

Voto: 8

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