Articolo da Vivere Italia
Poveri all'improvviso: lavoro fragile e insicurezza economica. Nel secondo trimestre del 2020 si registrano 841.000 occupati in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, 1.310.000 persone inattive in più, che non cercano lavoro, e una riduzione di quasi 650.000 disoccupati come effetto di una forte sfiducia nella possibilità di trovare un impiego.
L'incremento delle
persone che rinunciano alla ricerca di un lavoro è pari al 4,8% e
l'insieme delle persone scoraggiate sale a 1.424.000, il 60% dei quali è
rappresentato da donne. Le persone in bilico, a rischio immediato di
insicurezza economica, sono quelle che dispongono di risorse finanziarie
per meno di un mese: sono il 17,1% della popolazione, il 16,9% tra gli
imprenditori e i professionisti, il 14,9% tra gli occupati con un
contratto a tempo indeterminato. Quote più elevate si riscontrano tra i
disoccupati (26,0%), i residenti nel Mezzogiorno (18,3%), i soggetti
meno istruiti (21,3%). La metà degli italiani (50,8%) ha dichiarato di
avere sperimentato un'improvvisa caduta delle proprie disponibilità
economiche, con punte del 60% tra i giovani, del 69,4% tra gli occupati a
tempo determinato, del 78,7% tra gli imprenditori e i liberi
professionisti.
Gli scenari occupazionali nel post Covid-19. Sono 59 milioni gli
occupati in Europa che rischiano il posto di lavoro a causa
dell'epidemia: un lavoratore su quattro (il 25,7% su un totale di 230
milioni di occupati). Nello stesso tempo, l'automazione dei processi
produttivi sta determinando una profonda riorganizzazione delle imprese,
sostituendo il lavoro di 51 milioni di occupati in Europa (il 22,2% del
totale). La coincidenza dei due fenomeni mette a repentaglio la
stabilità lavorativa di circa 24 milioni di addetti (il 10,4% degli
occupati europei). Nelle previsioni al 2024, in Italia il
ridimensionamento riguarderà il settore agricolo per circa 10.000
addetti e il settore industriale per oltre 100.000. Occupazione
aggiuntiva e occupazione per sostituzione nel terziario, se sommate,
riportano un fabbisogno occupazionale di oltre 2,1 milioni di addetti.
Lo stock occupazionale complessivo registrerà una variazione positiva a
fine periodo dello 0,8%, con un contributo positivo da parte del lavoro
dipendente nel settore privato (+1,3%) e dell'impiego pubblico (+2,9%).
Dal «Sussidistan» al paradigma digit&green. Sono stimati in 14
milioni i beneficiari delle misure messe in campo dal Governo per
contrastare gli effetti del lockdown e l'impatto economico e sociale
dell'emergenza sanitaria. La somma delle risorse finanziarie messe a
disposizione è valutata intorno ai 26 miliardi di euro a inizio ottobre.
Sono 4,1 milioni i beneficiari del bonus di 600 euro, 830.000 i
richiedenti del bonus baby sitter, 319.000 i richiedenti dell'estensione
del congedo parentale, 223.000 i beneficiari dell'estensione dei giorni
di permesso previsti dalla legge 104, mentre il bonus per i lavoratori
domestici è stato oggetto di richiesta da parte di 212.000 persone. E le
diverse modalità di erogazione della Cassa integrazione guadagni
riguardano 6,4 milioni di lavoratori. Intanto il sistema produttivo
italiano si sta ormai muovendo all'interno del nuovo paradigma
digit&green. Già nel 2019 oltre 295.000 imprese hanno investito in
tecnologie legate alla sostenibilità ambientale, con un incremento del
13,3% rispetto all'anno precedente. Si consolida la creazione di start
up innovative: al 30 giugno di quest'anno erano 11.496, con un
incremento annuo del 10,3%.
Lo slittamento del terziario professionale. L'emergenza sanitaria ha
trovato il settore terziario già provato da un repentino rallentamento
dell'attività economica e da una strisciante stagnazione registrata
negli ultimi anni. Nel secondo trimestre 2020 il fatturato dei servizi
segnava un -21% rispetto al primo trimestre e un crollo di poco
inferiore ai 17 punti rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Più severa l'incidenza nei servizi di alloggio e ristorazione (-63
punti la variazione congiunturale, -51 quella tendenziale) e nei servizi
alle imprese (-30,7% e -20,2% rispettivamente). Le attività
professionali subiscono una riduzione tendenziale del 14,1%. Il
fatturato delle attività legali e di contabilità si è ridotto del 12,5%
nei primi sei mesi dell'anno rispetto all'anno precedente, quello degli
studi di architettura, ingegneria e collaudi del 14,8%. Non stupisce
quindi che abbiano fatto ricorso alle misure di sostegno statali oltre
400.000 professionisti su un totale di 1.251.000 iscritti alle Casse
previdenziali privatizzate.
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Fonte: Vivere Italia
Autore: redazione Vivere Italia
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Articolo tratto interamente da Vivere Italia
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