giovedì 2 luglio 2020

Crescono le spese militari, mentre per la sanità solo tagli

Articolo da Greenpeace Italia

Le spese militari sono in aumento. Gli ultimi dati rilasciati dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) ci dicono che nel 2019 i governi del Pianeta hanno speso poco meno di duemila miliardi di dollari (1,9 trilioni) per prepararsi alla guerra, con un aumento del 3,6 percento rispetto all’anno precedente. Cifre che per il 2020 sono già confermate in ulteriore aumento, visto che le grandi potenze hanno incrementato i loro budget e le loro spese militari. Ad esempio, negli Stati Uniti le spese in armi sono aumentate del 5,3 per cento e in Germania del 10 per cento.

Vi sentite più sicuri, ora?

Se gli ultimi mesi ci hanno insegnato qualcosa, è che la sicurezza non si può raggiungere con la potenza militare. La pandemia del Covid ha causato la reclusione contemporanea di miliardi di persone, in ogni angolo del Pianeta. I più fortunati tra noi, con una casa, sono restati chiusi nel proprio rifugio: isolati e preoccupati per i propri cari. Abbiamo visto con orrore i sistemi sanitari di tanti Paesi raggiungere i loro limiti, o superarli, e ammirato chi era in prima linea nell’emergenza, sotto una pressione tremenda.

Dovendo scegliere tra un fucile e un sistema di ventilazione polmonare per salvare la vostra vita, voi cosa scegliereste?

Nel corso della Storia, sicurezza ha sempre fatto rima con forza militare e ciò ci ha fatto credere che per il nostro benessere siano necessarie enormi spese militari. Una pericolosa bugia disseminata ad arte, col sostegno dell’industria degli armamenti e dei governi che l’appoggiano per giustificare spese sproporzionate e tanti buoni affari.

La dura realtà è che le spese militari vanno a detrimento degli investimenti sul sistema sanitario e su altri servizi essenziali per le persone. I politici, in ogni angolo del Pianeta, hanno ignorato gli allarmi sulle pandemie e tagliato i costi in spese sanitarie, facendo esplodere negli anni i budget della “difesa”. Per esempio, secondo l’organizzazione Code Pink, negli Stati Uniti il bilancio del Center for Disease Control (CDC: l’Agenzia Nazionale per la Protezione della Salute) è appena l’1,5 percento di quello delle forze armate : undici miliardi di dollari contro ben 738 miliardi! Dal 2018, l’amministrazione Trump ha continuato a tagliare il budget del CDC, rimpinguando quello per le armi.

E mentre siamo (o siamo stati) tutti nel panico per l’assenza di un numero sufficiente di posti di terapia intensiva, di sistemi di ventilazione polmonare o anche delle più banali mascherine, date un’occhiata a questi numeri, raccolti dalla Global Campaign on Military Spending (Campagna mondiale sulle spese militari):

  • Un solo caccia F-35 (che costa 89 milioni di dollari) basterebbe per ripagare 3.244 letti di terapia intensiva. Il costo per una sola ora di volo di un F-35 equivale al salario annuale medio di un infermiere/una infermiera in un Paese OCSE. Il Regno Unito ha acquistato 138 F-35, gli Stati Uniti ne hanno presi 1.763.
  • Una sola fregata della Classe FREMM costa 936 milioni di dollari: vale quanto il salario annuale medio di 10.662 medici in un Paese OCSE. Queste navi da guerra sono in servizio in Italia e in Francia, ma gli Stai Uniti ne stanno negoziando l’acquisto per un quantitativo equivalente a oltre un miliardo di dollari.
  • Il nuovissimo carro armato Leopard 2, made in Germany, costa undici milioni di dollari, quanto 440 sistemi di ventilazione polmonare. Una sola cartuccia vale 3.200 dollari, come 90 test per il Covid.

Il bilancio annuale degli armamenti nucleari, a livello globale, è dieci volte di più della somma dei bilanci dell’ONU e dell’OMS.

L’Italia è il dodicesimo Paese nell’elenco del SIPRI con una spesa militare, nel 2019, di 26,8 miliardi di dollari, grossomodo quanto costano oltre 87.860 ambulanze perfettamente equipaggiate. Se preferite, ci potevamo dare lo stipendio a oltre 300 mila medici o 638 mila infermieri. Nel 2017 (ultimi dati disponibili online ) nelle “strutture di ricovero pubbliche ed equiparate” operavano solo “92.950 medici e 232.053 unità di personale infermieristico”.

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Fonte: Greenpeace Italia 

Autore: Greenpeace

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Articolo tratto interamente da Greenpeace Italia


20 commenti:

  1. Io voglio sicurezza sanitaria e non militare!Saluti a presto OLga

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  2. L'Italia "dovrebbe" ripudiare la guerra, stando alla vigente Costituzione, sulla quale i nostri politici giurano prima di accettare un incarico istituzionale.

    E invece di investire in settori davvero utili... Chi c'è dietro, ciuffo biondo Trump a sottometterci? Il nostro Mattarella, garante della Costituzione, acconsente?

    Davvero, preferisco sentirmi un animale e non un essere umano!

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  3. L'apparato militare serve solo a se stesso e all'industria delle armi. Se fossero economicamente autonomi, in ambito capitalistico, non avrebbero futuro.

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  4. Vorrei dire tante cose, ma finirei con l'arrabbiarmi.
    Quindi taccio.

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  5. Ciao Cavaliere. In Italia ci proclamiamo quasi tutti pacifisti e poi siamo quelli che esportano le armi più all'avanguardia e precise del pianeta. Siamo proprio un controsenso. Ti lascio un saluto e un sorriso.

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  6. ..forse tra i maggiori costruttori ed esportatori di bombe a mano del mondo... spendiamo milioni in aerei che non utilizzeremo mai, facciamo mangiare lobby ed industrie alla faccia della sanità trattata a pesci in faccia... un post sacrosanto il tuo che appoggio con il cuore e soprattutto, il cervello... c'è bisogno di altro nel mondo e in Italia... ma la salute e la vita contano poco, e rendono ancor meno... :(

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  7. Ancora scelte sbagliate e senza senso.

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  8. Caro Vincenzo, è una politica semplicemente militare.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso 

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