venerdì 5 giugno 2020

Il pianeta è in pericolo

Articolo da WWF Italia


Dalla pandemia alle locuste, dagli incendi in Australia all’acqua alta a Venezia, i messaggi di allarme dal Pianeta si susseguono senza sosta e il tempo per agire è sempre meno, dobbiamo collegare i segnali per garantirci un futuro prospero e sicuro


Ora che finalmente la pandemia sta rallentando è arrivato il momento di riflettere. La scienza ha confermato come la diffusione di questo virus sia direttamente e indirettamente collegata ad un rapporto “malato” con la natura, caratterizzato da deforestazione, commercio illegale di animali selvatici, modelli di produzione e di consumo insostenibili a cui si aggiungono i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità.
Fra i tanti messaggi di allarme che hanno attraversato il Pianeta negli ultimi mesi, il COVID-19 è sicuramente il più immediato e tangibile, ma di certo non l’unico. 

Per questo nella Giornata mondiale dell’ambiente, che si celebra venerdì 5 giugno, il WWF ha deciso di ripercorrere e collegare le maggiori emergenze degli ultimi 18 mesi - in particolare quelle che hanno avuto maggior risalto mediatico - per raccontare la drammatica escalation dei segnali che ci sta inviando il pianeta ed evidenziare come solo un buon gioco di squadra possa farci uscire dalla crisi planetaria, disegnando un futuro più prospero e sicuro per tutti. Lo ha fatto considerando tutte le principali emergenze ambientali come se fossero gli elementi di una Escape Room planetaria, che necessita di risposte concrete per passare al livello successivo ossia quello in cui le nostre condizioni di vita, di salute e di benessere vengono garantite e protette. 

Il report "Planet Escape Room, siamo tutti in gioco. I messaggi di allarme dal Pianeta si susseguono senza sosta e il tempo per agire è sempre meno" è scaricabile QUI>>

Riusciremo a risolvere in tempo le crisi in corso e salvarci da questa Escape Room planetaria? La pandemia ha dimostrato che solo con azioni finalizzate al bene comune potremo salvarci dal peggio.
Proprio per questo il WWF ha avviato “Il mondo che Verrà”, la grande consultazione dei cittadini per trovare, insieme, soluzioni condivise, che ci aiutino a costruire un futuro migliore, sano, sostenibile e sicuro.

1) NOVEMBRE 2018: L’APOCALISSE DEGLI INSETTI


Uno studio tedesco ha dimostrato come in 27 anni ci sia stata una riduzione di più del 75% della biomassa degli insetti, fondamentali per garantire l’impollinazione di moltissime piante, il cui valore è stimato annualmente in oltre 235 miliardi di dollari, e quindi la base alimentare per tutta l’umanità. 
Mettiamo al bando i pesticidi più letali per passare al prossimo livello 

 

2) MAGGIO 2019 RAPPORTO IPBES: SE UN MILIONE DI SPECIE A RISCHIO VI SEMBRA POCO


 ll report “Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services” dell’IPBES (Intergovernamental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services dell’ONU) ha mostrato come il 75% dell'ambiente terrestre e il 66% dell'ambiente marino sono stati modificati in modo significativo dall’azione dell’uomo, mettendo a rischio la sopravvivenza di un milione di specie. Bisogna tornare all’epoca dei dinosauri per assistere a tassi di estinzione così elevati. 
Fermiamo l’estinzione delle specie per passare al prossimo livello

3) ESTATE 2019: AMAZZONIA IN FIAMME, SCACCO MATTO ALLA CENTRALE DEL CLIMA 


Oltre 200.000 roghi, alimentati da una politica di rapina e da temperature sempre più alte, hanno mandato in fumo più di 12 milioni di ettari di foresta e di altri preziosi ecosistemi del “polmone verde del Pianeta”, che regola il ciclo delle piogge del pianeta, fornisce il 20% delle acque dolci che arrivano negli oceani, sequestra tra i 140 e i 200 miliardi di tonnellate di carbonio ogni anno, raffredda il Pianeta, contrasta la desertificazione, produce cibo e medicine per tutti, avvicinandola drasticamente al 25% di distruzione che segnerebbe il punto di non ritorno oltre il quale tutti questi servizi sarebbero compromessi.
Fermiamo la distruzione dell’Amazzonia per passare al prossimo livello

4) SETTEMBRE 2019: GHIACCIO BOLLENTE


Il nuovo report dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) “Oceani e Criosfera in un clima che cambia” lancia l’allarme: a causa di temperature che nell’inverno Artico hanno superato di 6°C le medie stagionali, i ghiacci marini e terrestri si stanno riducendo ad un ritmo da capogiro, con il rischio di aumentare il livello medio marino e di rilasciare in atmosfera le enormi quantità di gas serra finora intrappolate nel permafrost.
Fermiamo lo scioglimento dei ghiacci per non affogare e passare al livello successivo


5) NOVEMBRE 2019: VENEZIA AFFOGA, E NON È UNO SCHERZO DI CARNEVALE


Numerose ondate di acqua alta da record sommergono la Serenissima, causate da venti di scirocco resi sempre più forti e frequenti dai cambiamenti climatici, responsabili del progressivo innalzamento del livello medio marino, che in laguna si prevede possa raggiungere gli 85 cm entro il 2100, mettendo a rischio uno dei tesori artistici del Pianeta.
Limitiamo il riscaldamento globale entro gli 1,5°C per salvare Venezia dall’acqua alta e passare al prossimo livello

6) DICEMBRE 2019: I MEGA INCENDI METTONO IN GINOCCHIO L’AUSTRALIA, MA ANCHE INDONESIA E IL BACINO DEL CONGO


Tra novembre 2019 e gennaio 2020 il continente australiano è stato devastato da una tragica serie di mega-incendi che hanno distrutto più di 11 milioni di ettari (più di 100.000 chilometri quadrati, ovvero un'area più grande del Portogallo), cancellato numerose vite umane e ucciso più di 1 miliardo di animali. A causarli una alterazione climatica sopra l’Oceano indiano che ha causato siccità e temperature record, mentre si spegnevano altri roghi senza precedenti in altri preziosi luoghi del pianeta, come il Bacino del Congo, l’Indonesia, l’Alaska e California.
Abbassiamo le temperature per prevenire i mega-incendi e passare al prossimo livello

7) DICEMBRE 2019: L’INVASIONE DELLE LOCUSTE 


Piaga biblica per eccellenza, purtroppo tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 sono comparsi immensi sciami di locuste, moltiplicatesi grazie all’insolita abbondanza di vegetazione nel Corno d’Africa, a causa della stessa anomalia che nel frattempo teneva all’asciutto l’Australia. Da allora gli sciami, migrando per cercare nuovi aree di alimentazione, stanno devastando i raccolti che incontrano e mettendo a rischio l’approvvigionamento di cibo di oltre 20 milioni di persone in 15 paesi africani.
Mitighiamo il climate change per prevenire invasioni di locuste e passare al prossimo livello.

Continua la lettura su WWF Italia

Fonte: WWF Italia

Autore: WWF Italia

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.


Articolo tratto interamente da WWF Italia 

6 commenti:

  1. Mamma mia, è tutto così evidentemente preoccupante.
    Bisogna parlarne di più e tu lo stai facendo. Grazie Vincenzo.

    RispondiElimina
  2. Chissà quanto tempo ci rimane ancora, ma la natura si riadatterà e continuerà il suo corso: saremo un incidente della sua evoluzione.

    RispondiElimina
  3. Ci estingueremo e la natura ne gioirà.

    RispondiElimina

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.