martedì 30 settembre 2014
Jobs Act: nuovo sfruttamento del lavoro
Articolo da Megachip.info
di Midnight Rider
Quando avevo 20 anni mollai l'università. Per due settimane. Volevo guadagnarmi da vivere, disporre di soldi da spendere senza chiedere niente a nessuno. Mia madre piangeva ogni giorno, neanche mi fosse stato diagnosticato un male incurabile.
Mentre cercavo lavoro su un giornale di annunci, risposi a un'inserzione in cui si offriva un lavoro di facile distribuzione e si promettevano ottimi guadagni. Mi presentai al colloquio e mi trovai di fronte una tipa loschissima di Roma, tale signora Lucia, e un cretino azzimato di Milano, tale signor Gianni, che si spacciava per ex dirigente Fininvest.
Benché fossi giovane e relativamente inesperto, la faccenda puzzava di bruciato in maniera nauseante. Ad ogni angolo della stanzetta in cui si tenevano i colloqui, all'interno di un anonimo edificio di periferia, si accendeva un neon con la scritta "inculata imminente", tanto più che i reclutatori cercavano di lusingarmi con il fatto che la mia maturità classica (la "formazione umanistica" come l'aveva mellifluamente definita quella furbacchiona di Lucia) si sarebbe rivelata preziosa per l'espletamento delle mie mansioni lavorative. In sostanza si trattava di vendite porta a porta. Ogni settimana la tipologia di merce cambiava: libri di cucina, favole, pubblicazioni di storia, gadget di nessuna utilità e paccottiglia varia.
Il compenso era garantito su base statistica. La garanzia era rappresentata da un grafico tracciato su un foglio di carta. Puntava radiosamente verso l'alto.
Gianni & Lucia ti fornivano il materiale da smerciare e sulla base delle vendite realizzate il vucumprà "local" percepiva una percentuale, forse in nero forse con ritenuta d'acconto, non ricordo. Fissavano degli improbabili obiettivi di vendita denominati "Campana" e "Campanaccio" il cui raggiungimento ti avrebbe regalato un misero bonus. Benzina, macchina, pasti, umiliazioni e minacce fisiche da parte di potenziali clienti non così potenziali erano a carico mio.
Feci un giorno di "lavoro" assieme a due tipi il cui sogno - indotto - era "diventare imprenditori" e aprire la loro filiale di distribuzione. Erano due ragazzi della mia età il cui obiettivo era sfruttare a loro volta il business del porta a porta. A sentire Gianni & Lucia (chissà come si chiamavano davvero) «diventare imprenditori di sé stessi» era una cosa da niente, e loro ne erano la testimonianza diretta.
Intanto i due poveri cristi che mi scarrozzavano in giro a spese loro (io ero in prova) si smazzavano i soldi guadagnati con i lavori precedenti.
Correva l'anno 1998 e la crisi era ancora inimmaginabile al nord. Un lavoro in fabbrica o nel terziario non si negava a nessuno.
Magari un giorno scriverò qualcosa su quelle poche e interminabili ore passate a fare il porta a porta. Fatto sta che al termine della giornata (alquanto istruttiva, a dire il vero) ho deciso di reiscrivermi all'università, con grande gioia da parte di mia madre. Sono stato il primo del mio corso a terminare gli studi.
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Fonte: Megachip.info
Autore: Midnight Rider
3 commenti:
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ma Renzi dice che la gente è con lui...
RispondiEliminaCavaliere, qualche anno dopo la stessa cosa è success a mia figlia.
RispondiEliminaDi università non voleva sentirne parlare e così cercava lavoro.
Annuncio su uno di quei quotidiani gratuiti che si trovano in stazione.
Cercasi personale per la ricezione clienti telefonare al...
Naturalmente mia figlia va a Torino e.... minimo garantito 800 euro al mese più le eventuali provvigioni, lavori quando vuoi e quanto vuoi.... vieni domani mattina che giri con queste due ragazze e ti fai un'idea,
Doveva vendere elettricità porta a porta. Il metodo,,,, beh, immagina un po'.
Se ti dico che le due comari volevano far firmare a tutti i costi un contratto ad una nonna molto anziana che aveva aperto la porta col pannolone? Che ocntinuavano a metterle la carta sotto al naso e la biro in mano perchè firmasse????
Per fortuna, l'educazione e l'onestà mia figlia l'ha imparata e non se ne è fatto niente. Quando è tornata a casa però, era sconvolta!!!!
Quache tempo dopo altro annuncio in Asti però... telefona e stesso lavoro.
Per fortuna poi ha trovato un annuncio interessante. Uno stage della REgione Piemonte. Pure gratuito. Tecnico per il commercio con l'estero. Dopo un anno di stage teorico è giunto il momento di fare quello pratico in un ufficio.
Morale della favola. Contratto di apprendistato per tre anni, Scadrà nel 2016.
Senza cercare di fregare le pesone anziane o più deboli,
Che mondo!!!!!
RispondiEliminaDimenticavo una ccosa. Anche qui il colloquio si è svolto nella stessa maniera. Identico!