giovedì 4 settembre 2014

Stati Uniti: continua lo sciopero dei lavoratori dei fast food

Fast Food Strikes, NYC, July 2013

In queste settimane in Italia si è parlato molto di lavoro e maggiore flessibilità. Qualcuno pensa a maggiore opportunità di lavoro, ma si sbaglia di grosso. In questi anni è stato un assalto continuo ai diritti dei lavoratori, vere vittime dell'attuale crisi economica mondiale. La nuova moda che si va diffondendo a livello globale, sono bassi salari e maggiore ore di lavoro, con conseguente arricchimento dei capitalisti e delle multinazionali. 

Negli Stati Uniti sono scesi nuovamente in piazza i lavoratori dei fast food, chiedendo un aumento salariale, dagli attuali 7,25 ad almeno 15 dollari l’ora, per cercare di vivere con più dignità.

Voglio ricordare per dovere di cronaca, il 15% degli americani, vive sotto la soglia di povertà e in questo momento la disuguaglianza del reddito negli Stati Uniti è al suo livello più alto.   

Molte spesso anche chi lavora, non riesce a vivere per l'aumento del costo della vita e maggiore flessibilità vuol dire schiavitù.

Photo credit Annette Bernhardt caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons

4 commenti:

  1. Drammatica situazione anche in America e non solo, mi rendo conto delle condizioni in cui deve sottostare il lavoratore oggi ormai ridotto in schiavitù. Eppure dobbiamo dire beato te che lavori! Buona serata Cavaliere

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  2. È veramente un salario da fame!!!
    Tomaso

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  3. Dicono che per gli statali non ci sono soldi per il rinnovo del contratto e tutti protestano. Posso assicurare che i soldi non ci sono per davvero. Ogni mese è un'impresa titanica riuscire a pagare tutti, fornitori compresi. E andremo sempre peggio.

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  4. Vorrei dire che mi dispiace per gli Stati Uniti ma sarei ipocrita, specie perchè la crisi in cui ci troviamo ora è partita da loro, dunque chi è causa del suo mal pianga se stesso.
    Un abbraccio

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