martedì 23 settembre 2014
Zabriskie Point: recensione del film
Zabriskie Point è un film del 1970 diretto da Michelangelo Antonioni.
Trama
In un campus universitario di Los Angeles è in corso un'assemblea di studenti; i giovani stanno discutendo sulle azioni rivoluzionarie da intraprendere. Mark partecipa per la prima volta all'assemblea, e non ne sembra molto contento. Improvvisamente, chiede la parola e, prendendo spunto da un intervento precedente, si fa beffe del consesso dichiarandosi disposto a morire, ma non di noia. Quindi abbandona l'aula, tra la disapprovazione generale degli astanti che bollano il suo atteggiamento come "individualista" e pertanto anti-rivoluzionario.
Nell'atrio del grattacielo di una grossa azienda (la Sunnydunes Development), nei quartieri alti di Los Angeles, Daria, una studentessa che per guadagnare qualche soldo vi lavora come segretaria part-time, chiede all'addetto alla sicurezza di poter recuperare un libro che ha dimenticato.
Qualche giorno dopo Morty, il compagno di stanza di Mark, viene arrestato mentre partecipa a una protesta. Mark si reca in centrale per pagargli la cauzione ma risponde male a un poliziotto, che arresta anche lui seduta stante. All'agente che prende le sue generalità dice di chiamarsi Karl Marx, nome che il poliziotto, non avendolo mai sentito nominare prima, annota diligentemente come "Carl Marx" sul formulario della polizia. Una volta rilasciati, i due amici si recano in un'armeria gestita da bianchi razzisti, e fingendosi giovani pronti a difendere le proprie donne dai negri, riescono entrambi a comprare delle armi anche senza le verifiche legali di rito, con la compiacenza dei proprietari.
Intanto, alla Sunnydunes, il dirigente di successo Lee Allen assiste alla proiezione della prossima campagna pubblicitaria dell'azienda: un villaggio di imminente costruzione nel deserto californiano. Invece che attori, appaiono sullo schermo manichini vestiti da mogli, mariti, figli. Persino gli animali sono finti. Subito dopo Lee riceve, sulla linea privata, una telefonata di Daria che dice di trovarsi nel deserto californiano, in cerca di un villaggio dove un suo amico raccoglie bambini disadattati; la ragazza elude i tentativi del capo di localizzarla e gli dice che si rivedranno direttamente a Phoenix. Il dialogo lascia intuire - senza mai esplicitarlo - l'esistenza di un rapporto non solo di lavoro fra i due.
Nel frattempo, Mark si reca al campus occupato dagli studenti; dopo l'intervento della polizia per sedare la rivolta, uno studente e un poliziotto vengono uccisi. Non è chiaro chi abbia sparato all'agente. Mark ha con sé la pistola, nascosta in uno stivaletto. Per non essere arrestato, scappa cercando di far perdere le proprie tracce. Non torna alla sua automobile ma prende un autobus per Hawthorne, dove, dopo aver appreso per telefono da Morty che il suo volto è apparso in televisione, entra in un aeroporto privato e si mette alla guida di un monoplano. Direzione: il deserto.
Daria sta guidando con la sua macchina (una Buick degli anni cinquanta) dalla California in direzione di Phoenix, nel confinante Arizona, per recarsi all'appuntamento di lavoro con Lee, nella sua villa dove sono stati invitati dei clienti per chiudere la trattativa della Sunnydunes. La vecchia Buick viene individuata da Mark, che comincia a volteggiarle sopra e quindi scende sorvolandola ripetutamente a pochi metri d'altezza. Daria, divertita, esce dalla macchina. Mark così si accorge che è una ragazza.
Mark finisce il carburante e Daria lo ritrova poco più tardi presso l'officina di un uomo anziano. I due ragazzi paiono piacersi. Daria dà un passaggio a Mark (che non le ha detto che è senza soldi) fino alla pompa di benzina più vicina. I due fanno un giro assieme, fino ad arrivare allo Zabriskie Point, nella Valle della Morte. Scendono di corsa fino al fondovalle. Qui si baciano per la prima volta e fanno l'amore. Il luogo deserto sembra allora animarsi: una dopo l'altra, altre coppie si materializzano e fanno anche loro l'amore, disseminate a perdita d'occhio lungo tutta la valle.
Quando i due ragazzi risalgono sulla strada, Daria apprende dalla radio della macchina la notizia dei morti all'università e la collega subito a Mark, che poco prima stava per sparare, non visto, a un poliziotto che si era fermato a chiederle i documenti. Mark le spiega di non esser stato lui a sparare a Los Angeles, e che la sua pistola (nuova) non ha ancora sparato un colpo. Le confessa inoltre che l'aereo non è il suo, ma lo ha rubato. Insieme tornano dal vecchio dell'officina e dipingono l'aereo con temi psichedelici e slogan pacifisti e irriverenti. Mark rassicura Daria che è in grado di restituire l'aereo al suo proprietario (che nel frattempo ha sporto denuncia).
I due si separano, convinti di rincontrarsi. Mark riporta l'aereo all'aeroporto di Hawthorne, ma la polizia, la stampa e il proprietario sono già sulla pista ad attenderlo: dopo l'atterraggio Mark non si ferma all'alt della polizia, che spara e lo uccide.
Daria apprende della morte di Mark dalla radio della macchina. Raggiunge così la villa di Lee e, non ancora vista, scoppia in un pianto dirotto. Il suo capo è impegnato nella difficile trattativa commerciale, ma in un momento di pausa le presta qualche minuto di amorevole attenzione e le indica dove può andare a cambiarsi. Daria fa per andare nella stanza che Lee le ha indicato, ma poi si ferma sulla porta. Dopo un breve scambio di sguardi e sorrisi con una domestica amerindia, Daria esce di corsa sdegnata, torna alla macchina e riparte.
Giunta a poca distanza dalla villa, si ferma ed esce a guardarla da lontano. Le immagini mostrano la villa esplodere in mille pezzi, e con essa suppellettili, librerie, vestiti, elettrodomestici, cibarie e altri beni di consumo. Daria risale in macchina e scompare all'orizzonte; il cielo è infuocato dalla luce rossastra del sole del tramonto. L'esplosione appare il frutto della sua immaginazione.
Curiosità sul film
Michelangelo Antonioni iniziò le riprese del suo secondo film per la MGM, dopo il successo di Blow-Up, nel 1968 protraendole poi per tutto il 1969, anche se le prime idee per il film risalivano al 1966. Grazie al successo inaspettato del film precedente, per l'opera furono stanziati ben 7 milioni di dollari, un budget faraonico per i tempi. Dopo la stesura di varie bozze preliminari, Antonioni ingaggiò lo sceneggiatore Sam Shepard per redigere il copione. Shepard, Antonioni, il regista Franco Rossetti, lo sceneggiatore Tonino Guerra e Clare Peploe (moglie di Bernardo Bertolucci) collaborarono tutti insieme alla stesura definitiva.
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Photo credit Doug Dolde at en.wikipedia [CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons
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Un classico della filmografia mondiale.
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