Rosaria Ferro, 55 anni, madre di un ragazzo di 18, ha vissuto sulla propria pelle l’ennesima ingiustizia di un sistema lavorativo impietoso. Dopo aver combattuto contro un tumore al seno, è stata licenziata senza alcuna pietà, nonostante lavorasse da quattro anni con un contratto interinale. La fine di un rapporto di lavoro non dovrebbe mai essere un ulteriore colpo alla dignità, eppure per molti è proprio questo che accade.
Il caso di Rosaria è emblematico di una realtà drammatica: in Italia, tanti operai e lavoratori precari sono trattati come oggetti “usa e getta”. Quando le aziende non hanno più bisogno, o quando si presentano “problemi” di salute o età, eccoli fuori, senza tutele reali, con famiglie e vite da sostenere. Il contratto interinale, spesso sbandierato come opportunità, si conferma una trappola, una condanna alla precarietà e alla totale insicurezza.
E proprio qui emerge il vero schiaffo: dopo anni di servizio, di sacrifici e di lotta personale come nel caso di Rosaria, l’unico riconoscimento che arriva è la porta chiusa in faccia. Una madre che deve pensare anche a un figlio appena maggiorenne, che dovrebbe assicurargli un futuro, si ritrova a combattere anche contro questo sistema crudele, capace di buttare via un lavoratore come fosse un semplice ingranaggio da sostituire.
È tempo che si smetta di considerare i lavoratori come meri numeri di un algoritmo produttivo o peggio ancora come “usa e getta”. Il rispetto, la tutela e la solidarietà devono tornare al centro delle politiche del lavoro, perché la vita non è una merce e la dignità non si licenzia.
Autore: Spartaco







Ringraziamo i sindacati padronali e i lavoratori che continuano a pagare loro le tessere. 💚👋
RispondiEliminaNegli anni si sono barattati tanti diritti.
EliminaQuesta notizia, ahimè, non mi stupisce affatto.
RispondiEliminaIn quanto donna e italiana. 😔
Molti hanno contratti precari e sono ricattabili.
EliminaQuesto è uno dei peggiori aspetti della nostra società. Ciao Vincenzo.
RispondiEliminaNon c'è umanità.
Elimina