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giovedì 23 ottobre 2025

Crimine collettivo: quando la democrazia diventa alibi



C'è un documento che è appena arrivato dalle Nazioni Unite, e non è il solito rapporto burocratico. È una scossa, una vera e propria bomba, che ci costringe a guardare in faccia una realtà scomoda: l'accusa di "Genocidio di Gaza: un crimine collettivo".

A firmare è Francesca Albanese, la Relatrice Speciale ONU. E, credetemi, il suo rapporto (A/80/492) va ben oltre la denuncia di Israele. L'accusa più pesante ricade su chi sta a guardare, o peggio, su chi aiuta.

La Tesi Scomoda: Un Crimine "Abilitato"

Il cuore del rapporto è questo: la devastazione a Gaza non è un atto isolato di uno Stato. È un "crimine abilitato a livello internazionale".

In altre parole, Albanese sostiene che l'occupazione e l'attuale catastrofe non sarebbero mai potute durare così a lungo e raggiungere questa intensità senza il supporto attivo di Paesi terzi, in particolare i nostri alleati occidentali.

Immaginate un incendio. Non è solo il piromane a essere colpevole, ma anche chi gli fornisce la benzina, gli ignora gli allarmi antincendio o, peggio, chi gli offre uno scudo legale per continuare indisturbato.

Il Dito Puntato sulla Complicità

La Relatrice individua quattro pilastri che, secondo lei, sostengono questa presunta condotta genocidaria:

  1. Lo Scudo Diplomatico: La protezione costante nei forum internazionali, dai Veti al Consiglio di Sicurezza fino alla minimizzazione delle violazioni.

  2. L'Aiuto Militare: Armi, addestramento e tecnologia che continuano ad affluire, mantenendo operativo l'apparato bellico.

  3. Il Finanziamento Economico: Accordi e commerci che pompano ossigeno nelle casse dell'economia dell'occupazione.

  4. La Sofferenza come Arma: La distruzione sistematica delle infrastrutture civili (ospedali, forniture idriche, energia) non come "danno collaterale", ma come un mezzo per rendere la vita impossibile, integrando un presunto "progetto di estinzione".

Dobbiamo Agire, Non Solo Condannare

Il messaggio finale di Albanese non è diretto solo ai leader mondiali, ma a tutti noi che viviamo in quei Paesi che stanno fornendo questo supporto.

Lei ci dice: Avete l'obbligo di prevenire il genocidio. Non è un consiglio, è un obbligo di legge internazionale (erga omnes).

Questo significa:

  • Basta Armi: Richiedere la cessazione immediata di ogni trasferimento di armi verso l'area.

  • Responsabilità: Chiedere sanzioni e la revoca di qualsiasi licenza militare.

Siamo davvero al punto in cui lo Stato di Diritto Internazionale sta per crollare? Il rapporto ci mette di fronte a una domanda scomodissima: Se i nostri governi sono complici, anche noi, nel nostro silenzio, stiamo contribuendo a un "crimine collettivo"?

Vi invito a leggere questo rapporto. È ora di uscire dalla zona di comfort delle narrazioni ufficiali e chiedere conto a chi ci rappresenta.

Cosa ne pensate? Quanto siamo disposti a tollerare la complicità in nome della realpolitik?


Autore: Spartaco

Licenza: pubblicato e concesso su richiesta dell'autore

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Immagine generata con intelligenza artificiale



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