Articolo da Wired
Il 14 settembre è il primo giorno di scuola per 5,6 milioni di studenti in tutti Italia. All’appello ne mancano circa 2,7 milioni – di Friuli-Venezia Giulia, Campania, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna, a cui si aggiungono alcuni centri della Liguria, un terzo delle scuole del Lazio e primarie e medie della Sicilia – che, invece, hanno posticipato l’avvio delle lezioni al 24 settembre, dopo le elezioni. Sarà una ripartenza con qualche incognita, perché ci sono ancora alcune questioni che non sono state risolte: a partire dalla consegna dei tanto discussi banchi monoposto a rotelle e delle mascherine fino al problema del distanziamento da tenere in aula e della somministrazione del test sierologici a docenti e personale tecnico. Sono però state confermate le linee guida stilate da ministero dell’Istruzione, Istituto superiore di sanità e Comitato tecnico scientifico, rese note già qualche settimana fa, riguardo l’uso della mascherina, il comportamento da tenere in caso di rilevamento di un caso positivo e altri dettagli riguardanti l’attività scolastica.
Cosa manca ancora?
Il premier Giuseppe Conte, in un breve videomesaggio pubblicato sulla propria pagina Facebook il 13 settembre, ha dichiarato che “ci saranno difficoltà, disagi, soprattutto all’inizio” dovute soprattutto a “carenze strutturali che si trascinano da anni aggravate dall’attuale pandemia”. Uno dei problemi principali sono, infatti, gli spazi. Secondo quanto comunicato dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, sono 50mila gli studenti che non dispongono di spazi adeguati a da consentire il distanziamento sociale all’interno dell’istituto. Molti meno rispetto a una delle stime fornite a inizio giugno – qualcuno ha parlato addirittura di un milione – ma questi alunni saranno costretti a indossare, per tutte le ore di lezione, la mascherina.
Anche i dispositivi di protezioni sono un punto critico, stando a quanto riferiscono presidi e genitori. Come riporta il Sole 24 ore, le dotazioni di mascherine sono insufficienti: in alcuni casi hanno provveduto gli istituti, in altri le Regioni, in altri ancora i genitori utilizzando i soldi del fondo cassa comune. Il Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri ha, però, chiarito che sono state distribuite “94milioni di mascherine a 19mila istituti” e che si continuerà così fino alla fine dell’anno. Benché ci sia ancora un po’ di confusione in merito, la ratio dovrebbe essere quella di usare da subito le mascherine personali (più un’altra di riserva) e tenere di scorta quelle in dotazione dell’istituto.
Continua la lettura su Wired
Fonte: Wired
Autore: Albachiara Re
Licenza:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Articolo tratto interamente da Wired
Sono a dir poco preoccupata.
RispondiEliminaSperiamo in bene Vincenzo. Ciao.
Speriamo.
EliminaIo sono contenta che la scuola riparta, mi sembra un ottimo segnale per tornare alla normalità. Ieri ho parlato un pò della situazione nella ex mia scuola con una ex mia collega , si è cercato di fare il possibile, i banchi erano già monoposto, si è imbiancato, sostituito gli arredi della mensa, tolto gli armadi dalle classi, tolti gli attaccapanni dalle classi (anche se l'idea che ognuno mette sulla sedia il proprio cappotto non mi piace, chissà quanti inciamperanno !!), messe le segnalazioni sul pavimento , ecc.. speriamo che tutto vada bene Saluti.
RispondiEliminaNon sarà tanto semplice.
EliminaLe difficoltà sono inevitabili vista la situazione.
RispondiEliminaSpero che nel giro di qualche giorno si possa arrivare ad una normalizzazione.
Buona giornata.
Sereno giorno.
EliminaSpiagge e discoteche aperte con poche preoccupazioni, e adesso la caricatura di una scuola sicura?
RispondiEliminaIn questo momento, nulla è sicuro.
EliminaOggi è stata una giornata importantissima..
RispondiEliminaRimarrà indelebile per tutti, studenti e insegnanti.
In bocca al lupo!!
Anno particolare.
EliminaVorrei sottolineare la mancanza di docenti, non si fanno più concorsi e oggi è diventata una professione con accesso molto limitato
RispondiEliminaGiusto sottolineare.
EliminaSperiamo in bene davvero: per i ragazzi e le loro famiglia ma anche per tutti noi, la scuola è importantissima se vogliamo una migliore società!
RispondiEliminaSono d'accordo.
Elimina