Come se l’anima rock di Nico – icona che Susanna Nicchiarelli già portò alla Mostra del Cinema – fosse migrata nei panni di Eleanor, Miss Marx ci conferma quanto la regista sia aderente ai suoi personaggi. Questo film, opera produttivamente impegnativa e in gara per il Leone d’Oro, è un lavoro che mette in scena la vita della più giovane e prediletta figlia di Karl Marx, negli ultimi quindici anni della sua vita. Un film che racconta la dipendenza morale e la capacità di liberarsene come una delle cose più difficili al mondo.
Dopo i titoli di testa glamour sulle note di Waves of History, appare Eleanor davanti a noi. È in questa prima scena che Nicchiarelli condivide con lo spettatore il fascino che a buon diritto prova per questa donna. È energica, una brava divulgatrice, carismatica ma fragile nei sentimenti.
Il contesto in cui questo carattere si fa superficie visibile è quello della sua vita adulta, che va dal 1883, anno della morte del padre, al 1898, anno della sua stessa morte avvenuta intenzionalmente per avvelenamento.
Nella prima sequenza del film, vediamo la giovane Marx commossa in un monologo commemorativo al funerale del padre. Eleanor, detta Tussy per la sua passione per i gatti, ricorda la storia d’amore, travagliata e piena di passione, dei suoi genitori. Una storia idealizzata di cui, vedremo, tenterà invano di essere erede attraverso il rapporto con Edward Aveling, appassionato come lei di teatro, amante della letteratura, divulgatore delle teorie evoluzioniste e attivista socialista, con cui scrisse The Woman Question, probabilmente il prodotto migliore della loro relazione. Un saggio fondamentale che dimostrava come l’emancipazione delle donne e l’uguaglianza dei sessi non dovesse essere uno dei nodi del movimento socialista ma, in quanto questione fondamentalmente economica, il prerequisito per qualsiasi forma efficace di rivoluzione. Eleanor era una fine analista del capitalismo industriale, integrando il ruolo delle donne nelle lotte della classe operaia e portando così avanti il lavoro di suo padre.
Nel film tutto questo è raccontato. A tratti in modo quasi didattico ma comunque compatto e con una struttura narrativamente efficace e visivamente molto accurata. Si intrecciano costantemente attivismo e vita privata. I viaggi di Eleanor negli Stati Uniti, i suoi discorsi pubblici, le visite nelle fabbriche, la lotta insistente contro il lavoro minorile. Il piglio pragmatico e la spiccata capacità relazionale nel suo impegno politico sono ritratti negli interventi che imprime alla società vittoriana di fine Ottocento: è presente nei luoghi del lavoro, tra gli scioperi delle folle operaie, in dialogo con i sindacati. Al contempo c’è l’eredità privata del padre, il rapporto col suo mentore Engels, gli sforzi a cui la costringe il suo compagno di vita Aveling, la relazione con la domestica. Biografia privata raccontata nell’intimità di una partita a scacchi, tra le pile di manoscritti, lettere e traduzioni.
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Autore: Malvina Giordana
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Articolo tratto interamente da DinamoPress
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