Paolo e Francesca
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».
Dante Alighieri
Al terzo e quarto anno dell'Istituto per Geometri ho avuto una professoressa di Italiano che amava particolarmente la Divina Commedia, arrivando a recitarne alcuni passi davanti alla cattedra come se fosse su un palcoscenico... Inoltre, inseriva degli approfondimenti storici interessanti qua e là, e ricordo che del celebre canto da cui hai tratto questi versi, ci recuperò la probabile lettura fatta dai due personaggi.
RispondiEliminaUna professoressa forse "sprecata" in una scuola tecnica, dato che eravamo ben pochi a seguirla come si deve.
Spesso recitata.
Eliminabello, pensa che io abito vicino al castello che ne vide le tristi gesta....
RispondiEliminaIl castello di Gradara.
EliminaGaleotto fu il libro e chi lo scrisse. Ma Perché? Se erano innamorati ... Non fu colpa del libro né di chi lo scrisse.
RispondiEliminaUna storia con un tragico finale.
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