Articolo da OndaRock
Il mondo del rock era ancora sotto shock per la morte di Jimi Hendrix,
quel 4 ottobre del 1970, quando arrivò la notizia che al Landmark Motor
Hotel di Hollywood, California, era stato trovato il corpo senza vita
di Janis Joplin. Quindici giorni dopo la scomparsa del grande
chitarrista, si spegneva anche la voce femminile più "blues" della
storia del rock. Il referto del dottor Noguchi, capo coroner della
contea di Los Angeles, non lasciò spazio a dubbi: la cantante americana
era morta il giorno prima, stroncata da un'overdose di eroina. Il suo
corpo fu cremato e le sue ceneri disperse nell'Oceano, lungo la costa di
Maryn County, in faccia all'Oceano.
Finiva così, a soli 27 anni,
l'esistenza inquieta di Janis Joplin. Una vita vissuta pericolosamente,
tra droghe e alcol, da quando, appena ventenne, era fuggita dalla sua
"prigione natale", come chiamava Porth Arthur (Texas), la città dove era
nata il 19 gennaio 1943. Il padre lavorava in una fabbrica di lattine,
la madre era impiegata in un college. Sovrappeso e con la pelle rovinata
dall'acne, Janis era una ragazzina piena di complessi, che cercava
rifugio nella musica. Così, a 17 anni, mollò il college e fuggì di casa.
Per seguire le orme delle sue stelle musicali preferite: Odetta,
Leadbelly e Bessie Smith.
Cominciò esibendosi nei club country&western di Houston e di altre città del Texas. Appena ebbe abbastanza denaro, prese un bus per la California. Era l'era hippy, e Janis entrò a far parte di diverse comuni, stabilendosi a San Francisco per alcuni anni. Per un caso, tornò in Texas all'inizio del 1966, poco prima che un suo amico, Chet Helms, diventasse il manager di un nuovo gruppo rock, "Big Brother and the Holding Company".
Cominciò esibendosi nei club country&western di Houston e di altre città del Texas. Appena ebbe abbastanza denaro, prese un bus per la California. Era l'era hippy, e Janis entrò a far parte di diverse comuni, stabilendosi a San Francisco per alcuni anni. Per un caso, tornò in Texas all'inizio del 1966, poco prima che un suo amico, Chet Helms, diventasse il manager di un nuovo gruppo rock, "Big Brother and the Holding Company".
La
band aveva bisogno di una vocalist femminile e Helm pensò a Janis. La
contattò e la convinse a tornare a San Francisco. La fusione tra la voce
abrasiva di Joplin e il ruvido acid-blues della band si rivelò un
successo. Il gruppo divenne subito popolare in tutta l'area di San
Francisco e fu chiamato a partecipare al rock festival di Monterey nel
1967. Una performance trionfale, bissata due anni dopo da Janis Joplin,
questa volta come solista, a Woodstock.
Arrivò così il loro album d'esordio, intitolato semplicemente con il loro nome, Big Brother and the Holding Company. Seguì una serie di concerti in tutti gli Stati Uniti. L'esibizione di Janis Joplin a New York, in particolare, entusiasmò la critica. Il successo la convinse così a lasciare la band, per intraprendere la carriera solista, nel 1968, subito dopo la pubblicazione del secondo album, Cheap Thrills, impreziosito da una cover "acida" di "Summertime" di George Gershwin, resa memorabile dall'interpretazione straziante di Joplin.
Nel frattempo, la cantante texana era diventata uno dei simboli del rock al femminile, e, a dispetto di un fisico non proprio da top-model, perfino un sex-symbol. La sua sensualità selvaggia la rendeva infatti l'alter ego femminile di ciò che erano, in quegli anni, Jim Morrison o Mick Jagger. Lo confermava un articolo apparso su "The Village Voice": "Pur non essendo bella secondo il senso comune, si può affermare che Janis è un sex symbol in una brutta confezione".
Arrivò così il loro album d'esordio, intitolato semplicemente con il loro nome, Big Brother and the Holding Company. Seguì una serie di concerti in tutti gli Stati Uniti. L'esibizione di Janis Joplin a New York, in particolare, entusiasmò la critica. Il successo la convinse così a lasciare la band, per intraprendere la carriera solista, nel 1968, subito dopo la pubblicazione del secondo album, Cheap Thrills, impreziosito da una cover "acida" di "Summertime" di George Gershwin, resa memorabile dall'interpretazione straziante di Joplin.
Nel frattempo, la cantante texana era diventata uno dei simboli del rock al femminile, e, a dispetto di un fisico non proprio da top-model, perfino un sex-symbol. La sua sensualità selvaggia la rendeva infatti l'alter ego femminile di ciò che erano, in quegli anni, Jim Morrison o Mick Jagger. Lo confermava un articolo apparso su "The Village Voice": "Pur non essendo bella secondo il senso comune, si può affermare che Janis è un sex symbol in una brutta confezione".
Autore: Claudio Fabretti
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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.
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Grande grande grande!!!!!!
RispondiEliminaGrandiosa!
EliminaGrande, grande, grande Janis.
RispondiEliminasinforosa
La suo voce è straordinaria.
EliminaCaro Vincenzo, confesso che non ne avevo mai sentito parlare.
RispondiEliminaGrazie di avere condiviso tutto questo.
Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Sereno giorno.
EliminaLa ricordo benissimo, mori in un incidente stradale, perchè non venne soccorsa subito per via del colore della sua pelle, fu un caso che se ne parlò per anni.
RispondiEliminaForse ti stai confondendo con un'altra cantante.
EliminaJanis Joplin fu trovata morta nella stanza di un Hotel, la versione ufficiale parla di una morte causata da overdose di eroina, anche se rimangono molti misteri.