martedì 11 giugno 2019
75 anni fa la strage nazista di Onna
Articolo da NewsTown
Alfredo Paolucci (25 anni); Antonio Evangelista (18 anni); Ermenegildo Di Vincenzo (38 anni); Domenico Paolucci (31 anni); Giuseppe Marzolo (29 anni); Mario Marzolo (24 anni); Osvaldo Paolucci (21 anni); Zaccaria Colaianni (38 anni); Gaudenzio Tarquini (19 anni); Renato De Felice (44 anni); Pio Pezzopane (17 anni); Igino Pezzopane (16 anni); Cristina Papola (17 anni); Bartolina De Paulis (53 anni); Rosmunda Ludovici (25 anni), Luigino Ciocca (15 anni), Pasquale Pezzopane (18 anni).
Sono i nomi dei 17 Martiri di Onna, vittime della furia omicida dei nazisti in ritirata che, l'11 giugno 1944, distrussero il borgo alle porte dell'Aquila.
Sono passati 75 anni.
Oggi pomeriggio, la comunità aquilana ricorderà le vittime della furia omicida nazifascista: alle 16 verrà deposta una corona al sacrario dei Martiri di Onna, nel cimitero di Paganica; a seguire, alle 17:30 nella chiesa parrocchiale di San Pietro, Santa Messa deposizione di corone e, alle 19, concerto di musica sacra con gli studenti del conservatorio di musica dell'Aquila "Alfredo Casella". Alle commemorazioni parteciperà anche l'ambasciatore della Germania in Italia, Viktor Elbling.
I fatti di Onna
Ad Onna, dopo l’8 settembre, si era insediato un reparto di sussistenza tedesco; i militari avevano occupato una villa rurale di proprietà della famiglia aquilana Pica Alfieri, dove veniva cotto il pane da inviare al fronte, ed altri edifici per i servizi logistici. I nazisti abbandonarono il paese il 25 aprile del 1944 ma Onna, per la sua particolare posizione geografica, divenne un luogo di sosta per i soldati in ritirata verso il nord, a seguito della battaglia di Cassino e dello sfondamento della linea Gustav da parte delle truppe alleate. Si racconta che ogni giorno si fermavano in paese decine di soldati della Wermacht per rifocillarsi e riprendere la marcia di notte. Nel corso della ritirata, venivano requisiti degli animali: accadde anche il 2 giugno 1944, allorquando due cavalli - uno di proprietà di Silvio Papola, che era insieme ai figli Mario e Cristina e ad Amerigo Colaianni, e un altro della famiglia Ludovici - vennero razziati in località Masergi da un maresciallo ed un sottufficiale tedeschi che condussero gli animali nel palazzo Pica Alfieri.
Cristina Papola con i suoi familiari raggiuse il palazzo per reclamare la restituzione del cavallo; fece lo stesso Nino Ludovici che, a quanto è dato conoscere, venne coinvolto in una colluttazione col sottufficiale tedesco cui riuscì a sottrarre la pistola; partirono tre colpi, Ludovici fuggì - è probabile che il soldato venne ferito - sciogliendo le briglie dei cavalli.
A quel punto, il maresciallo tedesco prese con sé Cristina Papola: avrebbe dovuto indicargli dove fosse scappato il ragazzo; stante il silenzio della giovane onnese, l'ufficiale la trascinò per le vie del paese uccidendola con tre colpi di pistola in fondo a via del Fiume.
Nino Ludovici si fece medicare a Monticchio e, il giorno successivo, raggiunse i partigiani sul Monte Archetto dove erano rifocillati dagli aiuti che partivano da Onna regolarmente. In quelle zone, il 7 giugno si consumerà l'eccidio dei Martiri di Filetto. Ad Onna, invece, niente lasciava presagire la tragedia che, ad una settimana dall'assassinio di Cristina Papola, stava per consumarsi.
Gli alleati erano vicinissimi a L’Aquila: la città verrà liberata due giorni dopo, il 13 giugno.
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Fonte: NewsTown
Autore: Nello Avellani
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Articolo tratto interamente da NewsTown
4 commenti:
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Caro Vincenzo, io ho vissuto quei momenti tragici, non li portò dimenticare.
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Un periodo buio della storia mondiale.
EliminaGià solo per questo io avrei poi fatto ammazzare cento tedeschi.
RispondiEliminaMoz-
Le guerre portano solo atrocità e vittime.
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