martedì 19 giugno 2018

Stati Uniti: l’amministrazione Trump separa le famiglie dei migranti al confine con il Messico


Articolo da DinamoPress

In queste settimane sta ulteriormente emergendo la gravità dell’ultima delle trovate dell’amministrazione Trump: separare le famiglie di migranti al confine, sperando di ottenere un effetto deterrente sui centroamericani e messicani che tentano di emigrare negli Stati Uniti.

I numeri parlano da soli: dal 29 aprile al 31 maggio di quest’anno, 1995 minori sono stati separati da 1940 familiari adulti con i quali viaggiavano. Un funzionario pubblico ha dichiarato in anonimato a Reuters che il numero di separazioni familiari è aumentato moltissimo nelle ultime settimane, a causa delle nuove pratiche dell’amministrazione Trump, che con il tempo si vanno consolidando.

Il 23 maggio Richard Hudson, vicecapo del Operations Program del Customs and Border Protection, dinanzi alla sottocommissione su “Border Security and Immigration”, ha dichiarato che soltanto dal 7 al 21 maggio sono stati separati 658 minori dai 638 adulti che li accompagnavano, quindi si teme che ad oggi il totale ammonti a più di 2500 minori separati.


José Ma. García Lara, conosciuto come “Chema”, presidente del “Movimiento Juventud 2000”, ci conferma che la pratica della separazione familiare è sempre stata utilizzata, anche durante l’amministrazione Obama, ma ora con Trump sta raggiungendo dimensioni più scandalose. «Le famiglie che si fermano qui a Tijuana prima di provare ad attraversare il confine sono terrorizzate» – ci dice con voce piena di rabbia – «è un fenomeno in continua crescita, ma è imprevedibile sapere quanto durerà e con che intensità».

Come Juventud2000, un’associazione di Tijuana situata proprio vicino al confine con San Diego che si occupa di accogliere migranti in transito e di denunciare le politiche razziste di Messico e Stati Uniti che portano a violazioni strutturali di diritti umani, sono tante le realtà che stanno denunciando a gran voce la violenza della separazione familiare, come, tra le altre, Save the Children, l’American Civil Liberties Union (Aclu), le Nazioni Unite.

Non c’è nessuna politica ufficiale dell’amministrazione Trump che prevede che ogni famiglia che entri illegalmente negli Usa debba essere smembrata tra minori e adulti. Quello che accade, però, è che le persone fermate mentre tentano di attraversare illegalmente il confine verso gli Usa vengono trattenute in centri di detenzione per migranti, e in seguito portati di fronte a un giudice che ne decide o meno la deportazione.

È qui che il meccanismo si inceppa: sono infatti pochi i centri in grado di ospitare adulti e bambini insieme. I minori sono così trasferiti in altri centri, dove vivono in condizioni più simili alla detenzione che all’accoglienza.


Recentemente, anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha denunciato, per bocca della portavoce dell’agenzia per i diritti umani Ravina Shamdasani, come «la detenzione di un minore non è mai nel suo supremo interesse e costituisce sempre una violazione dei diritti dei minori», e che «l’entrare in un paese straniero senza documenti dovrebbe essere affrontato come un reato amministrativo e certamente non giustifica la detenzione di bambini».

Il Department of Homeland Security (Dhs) statunitense assicura che gli agenti non separano le famiglie col fine di scoraggiare la migrazione illegale, ma «come richiesto dalla legge, il Dhs deve proteggere l’interesse dei minori che attraversano i nostri confini, e a volte questo ci porta a separare i bambini dagli adulti con i quali stanno viaggiando se non siamo certi della relazione parentale, o se pensiamo che il minore sia in pericolo».

Pramila Jaypal, membro della Camera dei rappresentanti di Washington, ha visitato uno dei centri di detenzione federale nello Stato di Washington, riportando la condizione delle centinaia di persone che scappano dalla violenza dei loro Paesi d’origine, entrano negli USA per chiedere asilo e vengono separati dai loro figli.

«Nessuna delle 174 donne che ho incontrato nella prigione – dichiara Jaypal- ha avuto la possibilità di salutare i propri figli, nessuna sa dove siano né ha avuto la possibilità di parlare con loro […] prima di essere detenuti in condizioni terribili, senza acqua, subendo abusi e violenze, in celle gelate».

Proprio pochi giorni fa Roxana, una donna trans proveniente dall’Honduras, arrivata negli stati Uniti con la Carovana Migrante di centroamericani, è stata uccisa dal freddo mentre era sotto la protezione dell’Immigration and Customs Enforcment (Ice), dopo giorni di detenzione in una di quelle gelide celle tristemente note come “Ice-box”.

Le modalità con cui gli agenti della Border Patrol separano le famiglie, inoltre, sono tremendamente ambigue. Mentono sulla lunghezza della separazione, in alcuni casi allontanano i minori con la scusa di fare loro solo poche domande, e dopo ore viene comunicato ai genitori che i bambini non verranno riportati indietro.

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Fonte: DinamoPress


Autore: 
Fulvia Conte

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Articolo tratto interamente da DinamoPress


14 commenti:

  1. Car Vincenzo, quello che sta succedendo è uno vero scandalo.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso.
    Tomaso

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  2. Ho visto oggi al tg, non c'è mai fine al peggio.

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  3. Fermiamo questa escalation all'odio e alle discriminazioni!
    Prima di arrivare ad un punto di non ritorno.
    Ma non ci ha insegnato nulla la storia?

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  4. Non c'è limite alla disumanità.
    sinforosa

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  5. Aborro!! ho letto per intero l'articolo da DinamoPress sulla rispettiva pagina ... anche se dai TG ne avevo già sentito parlare ... è abbastanza sconcertante ... Che Trump sia un megalomane pazzoide convinto di se stesso e di poter spazzare via il mondo ... beh ne avevamo nota, ma con questo gesto aberrante degno di lui ha soltanto confermato le nostre tesi e paure ... La stessa consorte, Ivana Trump lo ha definito "Un uomo disumano" ... quando è troppo è troppo! per il resto un classico "no comment" ... calza perfettamente! A presto Cavaliere.

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  6. Devastante. Separazione crudele. Tutto è sbagliato.

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  7. COMPLIMENTI! È facile prendersela con i più deboli e i bambini sono i più vulnerabili. Si continui pure a vendere armi a cani e porci, non importa se poi fanno stragi nelle scuole, ma si blocchino e si allontanino dai genitori i pericolosi bimbi che non sono nati in USA.
    Buona giornata
    enrico

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