mercoledì 13 giugno 2018
La guerra della fame
Articolo da ZNET Italy
Di Vijay Prashad
11 giugno 2018
In India è impossibile andare in qualunque posto senza trovarsi di fronte alla terribile gravità della fame. Un indiano su due la notte va a dormire senza lo stomaco pieno.
Alla periferia di Delhi, che una volta era terreno coltivato, delle baracche ospitano coloro che lavorano in città. Sono persone che costruiscono le case, puliscono le case, che producono merci e si sbarazzano di merci. Una passeggiata lungo gli insediamenti al di là del fiume Yamuna, rivela che, malgrado i nuovi edifici che ci sono, sorgono nuove stamberghe. Una parte è costruita lungo un muro all’ombra della Metropolitana. La gente lì mi dice che loro erano glr operai che hanno costruito la metro. Allora si sono trasferito in questo baraccamento. La Metro ora è completata, ma loro sono restati. Sbarcano il lunario come domestici e muratori.
E’ mattina presto. I bambini mangiano pezzetti di pane. La fame offusca gli occhi degli adulti. La conversazione è sul cibo. “Le cipolle e le patate sono troppo costose’, dice un uomo. Ha ragione, E’ un riflesso dei prezzi del petrolio che aumentano. E’ interessante che abbia citato le cipolle e le patate. Qui sono un lusso. Il cibo principale è l’amido (contenuto nelle patate).
Pochi mesi fa ho parlato con delle persone che facevano la fila fuori da un furgone che aveva un manifesto dove si leggeva: ‘Balaji Kunba – una famiglia contro la fame’. Durante lo scorso anni il gruppo per i programmi filantropici Bisoya ha distribuito cibo ai poveri in tutta la città. Sono motivati da grandi sentimenti morali, ma non da considerazioni religiose ristrette. La figura rappresentata sul manifesto è Hanuman (il dio dall’aspetto di scimmia, n.d.t.) che dicono non essere arrabbiato co n questa o quella religione, ma con la fame. Dicono che Hanuman ‘va al tempio a mangiare un dolce, il ladoo. Va alla mosche e mangia il budino di riso (il kheer)’, Coloro che hanno fame, dice la famiglia, non comprendono la religione.
Guerra e fame
Il rapporto trimestrale della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, mostra che i paesi che necessitano di assistenza alimentare sono aumentate da 37 a 39. L’insieme di precipitazioni irregolari e di guerra ha tolto il cibo dalle case della gente. I raccolti continuano a diminuire nelle regioni del mondo dilaniate dalle guerre: Iraq, Sudan del Sud e Yemen, e anche in zone dell’Africa Centrale. ‘I conflitti hanno soffocato le attività agricole’ in queste regioni, fa notare la FAO, ‘dove l’accesso al cibo è ulteriormente ostacolato dall’inflazione crescente’.
Si stima ora che nel Sudan del Sud, dove il conflitto sembra senza fine, 7,1 milioni di sudanesi meridionali hanno fame per tutto il giorno, ogni giorno. Questo vuol dire che due su tre persone nel Sudan del Sud patiscono una grave precarietà o anche crisi alimentare. Questa è una diretta conseguenza della guerra.
Le cose vanno altrettanto male in Yemen dove tre anni di guerra perseguita dalla Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, ha ridotto alla fame la popolazione. Alla fine di quest’anno, 18 milioni di yemeniti (su una popolazione di 22 milioni di persone), saranno alla fame. E’ probabile che la coalizione tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi prenderà la città portuale di Hodeida, sul Mar Rosso, e molto probabilmente userà il controllo che ha del porto per attuare un embargo sulle scorte per il paese. Il 70% del cibo dello Yemen, il 50% del suo combustibile, e la maggior parte delle medicine, entrano da questo porto. L’assedio al paese sarebbe realmente catastrofico per il paese.
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Fonte: ZNET Italy
Autore: Vijay Prashad - traduzione di Maria Chiara Starace
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Articolo tratto interamente da ZNET Italy
2 commenti:
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Questo importantissimo articolo è la prova lampante di come la crescita del PIL non sia affatto un indicatore veritiero sulla reale crescita economica e di benessere di un popolo. L'India, leggevo in questi giorni, secondo una proiezione di non so quale Istituto, nel 2050 sarà una delle quattro potenze economiche del mondo. Certo, magari sarà così, ma a beneficiarne sarà sempre e soltanto quell'1% della popolazione. Il restante 99%, a dormire per strada nelle periferie abbandonate di Nuova Delhi e dell'India in generale.
RispondiEliminaIl divario economico negli anni è aumentato, sempre più poveri nel mondo.
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