Articolo da Voci Globali
Giovani e anziani, uomini e donne, analfabeti come laureati, italiani come stranieri: nel Belpaese secondo il primo censimento MinWelfare, Fiopsd, Caritas, Istat del 2011, che ha preso a riferimento le persone che hanno usufruito di almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni oggetto dell’indagine - sarebbero più di 47.000 i senza dimora. E la maggioranza sarebbe costituita da stranieri (59,4%), con un titolo di studio più alto degli italiani (il 40,8% avrebbe sul curriculum almeno la licenza superiore contro il 22,1% degli italiani).
Fra le Regioni con più senza tetto spiccano la Lombardia (15.802 persone senza dimora), il Lazio (8.065), la Sicilia (4.625) e l’Emilia Romagna (4.394). Ma la maggioranza è comunque concentrata al Nord, lì dove la rete di “welfare familiare” si fa tradizionalmente più incerta.
Chi in Italia finisce in strada – oggi ad alcuni può bastare anche la perdita di un lavoro o la rottura di un matrimonio – non ha più la residenza anagrafica e, automaticamente, perde cose come il diritto di voto, il diritto all’assistenza sociale, la possibilità di fare domanda per una casa popolare.
“In altri paesi, sopratutto nel nord Europa - ricorda a Voci Globali il Presidente dell’Associazione Avvocato di Strada Onlus Antonio Mumolo - tutto questo non succede: ci sono sistemi di welfare più evoluti in base ai quali chi finisce in strada ha subito diritto ad un reddito di disoccupazione e ad una casa e il percorso di rientro nella società è più agevole“.
Dare la residenza a chi vive in strada è un obbligo previsto dalla legge ma non sempre i Comuni se ne ricordano. “È difficile sapere quali sono le città italiane che hanno istituito la via fittizia che serve a dare la residenza a chi vive in strada – ricorda Mumolo – Nelle principali città la via è stata istituita e viene utilizzata, ma la situazione è spesso in bilico: ogni tanto i comuni “dimenticano” che è un obbligo previsto dalla legge dare la residenza a chi vive in strada in un dato territorio“.
E qui interviene l’Associazione Avvocato di strada Onlus – operativa dal 2001 ma istituita formalmente nel 2007, presente in 37 città italiane, sparse sul territorio, da Bolzano a Siracusa, passando per Milano, Roma, Napoli e Firenze – con l’obiettivo di dare gratuitamente assistenza legale qualificata alle persone senza dimora.
“Essenzialmente – continua Mumolo – cerchiamo sempre di risolvere ‘con le buone’ le problematiche con i Comuni e se ci sono intoppi di solito accompagniamo in anagrafe le persone che hanno bisogno di chiedere la residenza. Se la domanda non viene accettata si può pretendere una risposta scritta che motivi il rifiuto. A quel punto è possibile intentare causa al Comune e il risultato è sempre lo stesso: i Comuni sono obbligati a concedere la residenza“.
Le persone “ai margini” che bussano alla porta dell’Avvocato di Strada Onlus sono molte e oltre 2000 quelle che ogni anno ricevono assistenza.
“I loro diritti vengono calpestati perché si pensa che siano troppo deboli e privi di strumenti per reagire, ma spesso basta una telefonata o una lettera di un avvocato e la situazione si risolve in breve…“.
Oggi l’Associazione punta a realizzare l’obiettivo di aprire nuovi sedi lì dove non è ancora presente, in Sardegna, in Calabria e in Umbria. “Per aprire una nuova sede abbiamo bisogno di un gruppo di avvocati che hanno voglia di fare volontariato e di un’associazione che si occupa di persone senza dimora che sia disposta ad ospitare i nostri ricevimenti. Aprire una sede di Avvocato di strada non è difficile: serve solamente buona volontà e voglia di mettere a disposizione una piccola parte del proprio tempo“.
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Fonte: Voci Globali
Autore: Elena Paparelli
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Articolo tratto interamente da Voci Globali
domenica 16 marzo 2014
5 commenti:
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Grazie Cavaliere!
RispondiEliminaTanto triste quanto interessante.
Queste cose bisogna dirle, sbandierarle, che la gente sappia!
Cristiana
Caro Cavaliere, veramente un post molto interessante, grazie amico.
RispondiEliminaBuon pomeriggio e a presto rileggerti.
Tomaso
Una lodevole iniziativa, e in più fa piacere sentire che ce un avvocato che fa delle cose gratis.
RispondiEliminaCiao buon pomeriggio
Questa è la triste realtà, un divario incolmabile tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri.
RispondiEliminaUn saluto
C'è da rammaricarsi ma purtroppo nessuna notizia ci fa pensare che finirà
RispondiEliminaTomaso