In queste settimane un'iniziativa promossa dal sito web “We are Happy from”, sta facendo molti proseliti. Praticamente sono realizzati video che ritraggono la gioia di grandi e piccoli luoghi, sulle note del brano Happy di Pharrell Williams.
Ieri ha fatto la sua comparsa in rete, un video girato nello stabilimento Fiat di Melfi, con operai e impiegati che ballano.
Secondo il mio parere è una vera pagliacciata e una mesta propaganda, che vuole distorcere la realtà dei fatti.
In questi anni i diritti all'interno degli stabilimenti italiani, come ha denunciato più volte i sindacati, si sono ridotti sempre più e forse qualcuno a Melfi ha dimenticato anche la storia dei tre operai licenziati e reintegrati.
Spesso nei luoghi di lavoro si subiscono le peggiori umiliazioni e molti rimangono in silenzio per non perdere il proprio posto di lavoro, ma questo non importa tanto siamo felici...
Secondo voi può mai essere felice un lavoratore che guadagna 1200 euro mensili, facendo turni massacranti e molte volte perdendo la propria dignità?
Invito tutti a guardare il documentario 107 secondi - operai del sud di Bruno Federico, questo reportage è la migliore risposta.
Photo credit ro_buk [I'm not there] caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons
Sinceramente Cavaliere mio, dati i tempi che corrono, mi sa più di presa in giro che realtà vera e propria...
RispondiEliminaUn abbraccio serale , mio caro!
A pagare sono sempre e solo i lavoratori.
EliminaNo non è possibile, la mia canzone preferita rovinata così.
RispondiEliminaA parte gli scherzi anche se, ora come ora, avere uno stipendio simile è già un miracolo, è comunque ingiusto sfruttare chi lavora, potremmo forse chiamarlo mobbing legalizzato? Ciao Cavaliere oscuro.
Il capitalismo non ha nullo di etico e basta pensare allo sfruttamento della manodopera a basso costo.
EliminaVoglio immaginare che lo abbiano fatto per esternare un momento di reale voglia di esser felice, voglio credere che ci sia un po' di speranza. Lasciatemi questa illusione.
RispondiEliminaTi lascio sognare, ma la realtà dei fatti è veramente dura.
EliminaGrazie per il link, ho visto il reportage e sono d'accordo, altro che essere felici, parafrasando un film di Benigni e Troisi: non ci resta che piangere.
RispondiEliminaUn abbraccio
Un titolo che si avvicina alla realtà lavorativa.
EliminaConcordo con te, non può essere felice...certo, se pensa che è fortunato rispetto agli altri perchè almeno ha un lavoro può sentirsi privilegiato (non perchè guadagna 1200 euro, ma perchè almeno mette il pane in tavola), ma non può sentirsi felice. Si sentirà sfruttato, frustrato, stanco, insoddisfatto ma non felice.
RispondiEliminaVado a vedere il video segnalato.
Buona giornata
Infatti, il sistema che hanno creato ti fa pensare di essere felice, ma se uno inizia a riflettere scoprirà la verità.
EliminaSe lavorare senza sicurezza, se essere sfruttati, umiliati, ricattati e soggiogati dal "padrone" per uno stipendio che ti impone di scegliere se mandare tuo figlio a scuola, pagare le bollette, l'affitto/mutuo o mangiare, significa essere "privilegiati" allora l'Italia è il paese del bengodi... ma felici di che, di cosa? Non diciamo cazzate!
RispondiEliminaXavier
Camminiamo in linea con lo stesso pensiero e ti garantisco che io conosco molto bene la realtà lavorativa, compresi turni festivi e notturni.
EliminaMi chiedo in che mondo virtuale viva qualcuno per poter definire "privilegiata" la situazione di quei pochi che hanno un lavoro ma sono sfruttati fino al midollo. Non siamo nè felici, nè privilegiati, stiamo solo affondando come il Titanic.
RispondiEliminaUn abbraccio
Mary
L'umanità è sfruttata dal 1% e c'è poco da stare felici.
EliminaNon c'è da ballare.... con uno stipendio di € 1200
RispondiEliminaVado a vedere
Sicuramente!
EliminaNon solo è una presa in giro, ma secondo me è pure un'offesa, come si suol dire "cornuti e mazziati". Avessero almeno la dignità di non far passare per felice una famiglia che deve tirare avanti con 1.200 euro. Felici di che? di avere almeno quei 1.200 euro? Che squallore!
RispondiEliminaHo iniziato a guardare il documentario che hai linkato, non lo conoscevo, è decisamente illuminante. Grazie!
Ottimo documentario e tra l'altro sotto licenza Creative Commons, quindi condivisibile.
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