"Ci sono due modi di sentire la solitudine:
sentirsi soli al mondo o avvertire la solitudine del mondo. Chi si
sente solo vive un dramma puramente individuale; il sentimento
dell'abbandono può sopraggiungere anche in una splendida cornice
naturale. In tal caso interessa unicamente la propria inquietudine.
Sentirti proiettato e sospeso in questo mondo, incapace di adattarti ad
esso, consumato in te stesso, distrutto dalle tue deficienze o
esaltazioni, tormentato dalle tue insufficienze, indifferente agli
aspetti esteriori – luminosi o cupi che siano –, rimanendo nel tuo
dramma interiore: ecco ciò che significa la solitudine individuale. Il
sentimento di solitudine cosmica deriva invece non tanto da un tormento
puramente soggettivo, quanto piuttosto dalla sensazione di abbandono di
questo mondo, dal sentimento di un nulla esteriore. Come se il mondo
avesse perduto di colpo il suo splendore per raffigurare la monotonia
essenziale di un cimitero. Sono in molti a sentirsi torturati dalla
visione di un mondo derelitto, irrimediabilmente abbandonato ad una
solitudine glaciale, che neppure i deboli riflessi di un chiarore
crepuscolare riescono a raggiungere. Chi sono dunque i più infelici:
coloro che sentono la solitudine in se stessi o coloro che la sentono
all'esterno? Impossibile rispondere. E poi, perché dovrei darmi la pena
di stabilire una gerarchia della solitudine? Essere solo non è già
abbastanza?"
Tratto da | Al culmine della disperazione di Emil Cioran
Cara Cavaliere, complimenti, lo ai trovato giusto!
RispondiEliminaTomaso
Questo post è per me, che vivo la "mia" solitudine interiore, anche se ho vicino chi mi ama. E' una tristezza senza fine..... Buona serata Cav.
RispondiEliminaSapere di essere amati e non sentire quell'amore è una grande solitudine.
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