martedì 12 febbraio 2013

Scuola: precari senza stipendio


Articolo da Reset Italia

Gabriella scrive su una bacheca Fb : “Aspetto lo stipendio di dicembre…e ho 2 affitti arretrati da pagare…eppure ogni giorno sono a scuola a fare il mio dovere!” Enrica aggiunge: “io ancora devo ricevere lo stipendio di ottrobreee !!!” Mimmo scrive: ” la scuola dove ho lavorato fino a dicembre, solo a vederla, sembra trasudare di finanziamenti di ogni genere, eppure non hanno pagato l’ultimo mese dell’anno e la tredicesima” ; Vito, invece, scrive su Orizzontescuola: “Io sono un collaboratore scolastico, prov. bologna, il mese di dicembre ho lavorato quasi tutto il mese e a tutt’oggi ancora niente pagamento, la segreteria non sa ancora come pagare.
Testimonianze come queste continuano ad aggiungersi sempre di più in rete su tutto il territorio nazionale.
Grazie alle nuove modalità di pagamento degli stipendi ai precari della scuola, novità introdotte dal Governo tecnico senza una preliminare e adeguata organizzazione del Tesoro, grazie all’indolenza dei dirigenti scolastici che firmano i contratti di supplenza breve e poi non li onorano al momento della retribuzione, grazie anche ad una certa passività sostanziale di molti sindacati, la Scuola sta precipitando sempre di più nell’affossamento dei diritti costituzionali del suo personale supplente: Sembra si stia seppellendo definitivamente il diritto ad una retribuzione in tempi certi e si stia creando una vera e propria discriminazione economica rispetto agli altri lavoratori statali.
Qual’è il fine di questa grottesca situazione dove il Ministero dell’Economia si appresta con efficienza all’operazione “Monti-Bond” e al salvataggio di una banca mentre da mesi non si pagano gli stipendi a decine di migliaia di insegnanti, amministrativi, ausiliari supplenti che si alzano tutti i giorni alle 5 o alle 6 del mattino per far funzionare regolarmente un servizio pubblico.
Colpire burocraticamente il diritto ad una puntuale retribuzione dei supplenti della scuola ha, a nostro avviso, il chiaro significato di colpire la Scuola stessa, demotivando, disincentivando e mortificando il lavoro del suo personale contrattualmente più debole.
Eppure la Costituzione, agli art. 35 e 36. recita che “la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni” e che “il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto”
Una palese indecente violazione dei diritti sindacali, civili, economici dei cittadini si sta consumando, pubblicamente e senza pudore, nelle viscere dell’apparato dello Stato in totale dispregio del principio costituzionale di buon andamento e imparzialità della Pubblica Amministrazione (art. 97 cost.). Violazioni per il quale i funzionari e i dipendenti dello Stato dovrebbero essere direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici (art. 28 Cost.).
Perchè i sindacati non riescono ad imporsi facendo rispettare i diritti fondamentali dei lavoratori precari della Scuola? Perchè alcune Organizzazioni si limitano a suggerire una diffida contro l’Istituto scolastico che non paga, nonostante sia in ballo un grosso disservizio di sistema che crea danni enormi alla collettività?
Occorrerebbe un sussulto corale di dignità contro quegli Apparati dello Stato che si fanno beffa della stessa Carta Costituzionale.

Fonte: Reset Italia

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Articolo tratto interamente da Reset Italia

3 commenti:

  1. Per esperienza i sindacati sono peggio dei partiti politici...

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  2. Se ne parlava anche sul blog di Gianna della condizione degli insegnanti, dei precari poi!..So di cosa parli, ho dei colleghi in questa situazione e vedo anzi, tocco, la loro sofferenza. Non ci sono parole per commentare, sono profondamente disgustata da tutto ciò. Pensare che c'è chi asserisce che come categoria veniamo pagati anche troppo per il nostro operato! Mah! Magu

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  3. Una situazione che suona vergogna per i responsabili e che conosco anche per testimonianze dirette.

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