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lunedì 21 luglio 2025

Virtù e storia del melone mantovano



Articolo da GIFT – Great Italian Food Trade

Nel cuore del Rinascimento italiano, a Mantova e nei suoi dintorni, il melone mantovano IGP era già celebre presso le corti ducali della famiglia Gonzaga. Continua a distinguersi a tutt’oggi, anche sui mercati internazionali, quale simbolo di una tradizione agricola locale che unisce storia e qualità.

Le condizioni pedoclimatiche uniche del territorio ne determinano l’eccellenza, supportata da pratiche colturali attente e da rendimenti produttivi costanti.

Particolarmente apprezzata è la varietà melone liscio, scelta dagli chef per la sua consistenza e dolcezza. La selezione accurata, le corrette modalità di conservazione e la filiera certificata ne garantiscono la qualità, rendendo questo frutto un autentico tesoro rinascimentale da riscoprire e valorizzare.

Storia e origini del melone mantovano

Originario dell’Asia centrale, il melone si diffuse presto in India e Cina, arrivando successivamente nel bacino del Mediterraneo. In Italia è presente fin dall’età cristiana, come mostrano affreschi rinvenuti a Ercolano. Plinio il Vecchio lo menzionava già nel I secolo, narrando il suo apprezzamento da parte dell’imperatore Tiberio.

Nel territorio mantovano, la coltivazione del melone è documentata dalla fine del Quattrocento. Un celebre esempio risale al 3 agosto 1548, quando il podestà Felice Fiera offrì al duca Francesco Gonzaga quattro meloni tondo-ovali, gialli con striature verdi, per guadagnarne il favore.

Gli archivi storici dei Gonzaga testimoniano il valore attribuito a questi frutti, sottolineando l’abilità degli agricoltori locali nel selezionare varietà pregiate e adottare le pratiche colturali più adatte a realizzare meloni di qualità eccellente. Una tradizione agricola che, rimasta ininterrotta, si esprime oggi nella qualità premium del melone mantovano IGP.

Caratterizzazione botanica, varietà e stagionalità

Il melone mantovano IGP comprende i meloni freschi di due varietà botaniche di Cucumis melo L., Cantalupensis (melone cantalupo) e Reticulatus (melone retato). Il prodotto si distingue quindi nelle due tipologie principali di seguito descritte.

Melone liscio

Questo tipo di melone mantovano IGP è coltivato quasi esclusivamente nell’area mantovana per la distribuzione a mercati di nicchia dove il gusto è più importante dell’aspetto. La varietà liscia, principalmente cultivar Honey Moon, è caratterizzata da:

  • forma sferica o sub-sferica;
  • colore della buccia giallo crema-paglierino;
  • polpa giallo-arancione;
  • peso tra 800g e 1,8kg;
  • retrogusto ricco di aromi e profumi;
  • contenuto di zuccheri naturali fino a 16° Brix;
  • disponibile da giugno a settembre.

Melone retato

La varietà retata si presenta in due sottotipi:

  1. Senza incisione a fette (cultivar Harper) può avere buccia gialla o verde (varietà a lunga conservazione);
  2. Con incisione a fette (cultivar Supermarket) è il tipo più comune, rappresentando circa l’80% della produzione.

Le sue caratteristiche includono:

  • forma ovale o rotonda;
  • buccia retata giallo crema-paglierino o verde;
  • polpa arancione;
  • peso tra 800g e 1,8kg;
  • contenuto minimo di zuccheri, 12° Brix;
  • disponibile da maggio a ottobre.

L’analisi sensoriale evidenzia le caratteristiche di dolcezza e succosità, nonché l’aroma di tiglio e zucchina.

Terroir, pratiche agronomiche e produzione sostenibile

Terroir

L’area di produzione del melone mantovano IGP coinvolge il territorio di 41 comuni nelle province di Mantova e Cremona, nella regione Lombardia, e Modena, Bologna e Ferrara, nella regione Emilia-Romagna. Le condizioni pedoclimatiche uniche di quest’area creano l’ambiente perfetto per la coltivazione del melone:

  • il clima è caratterizzato da inverni freddi ed estati calde e umide, con relativa uniformità termica, favorisce lo sviluppo della pianta e favorisce la fioritura regolare e lo sviluppo dei frutti;
  • terreni di coltivazione sono profondi e permeabili, particolarmente adatti a favorire il flusso idrico regolare durante l’irrigazione e la facile penetrazione dell’apparato radicale della pianta;
  • idrologia. Il territorio ha morfologia pianeggiante di origine alluvionale, creata dai fiumi Oglio, Mincio, Secchia, Panaro e Po.

Pratiche agronomiche

Le tecniche utilizzate per la produzione includono sia la coltivazione a campo aperto che la coltivazione in tunnel (coltura semiforzata), o in serra. I parametri chiave di coltivazione includono:

  • semina. La semina a campo aperto inizia dalla prima decade di aprile;
  • trapianto viene effettuato dalla seconda metà di febbraio fino a luglio;
  • densità di impianto. Massimo 5.000 piantine per ettaro;
  • limiti di produzione. La produzione massima consentita nel disciplinare è di 28 t/ha per il melone liscio e 38 t/ha per il melone retato;
  • irrigazione: Un volume di riferimento stagionale identifica i fabbisogni idrici nell’intervallo 2700-3600 m³/ha. I sistemi moderni di irrigazione a goccia consentono un drastico risparmio idrico (1600-2100 m³/ha).

Produzione sostenibile

Le pratiche agronomiche utilizzate nella coltivazione del melone mantovano che includono la coltivazione di varietà diverse per periodo di maturazione e consistenza della polpa, l’uso di fertilizzanti a basso impatto ambientale, il ricorso alla lotta integrata per ridurre l’uso di pesticidi e, in alcuni casi, l’agroecologia certificata con il sistema biologico.

Riconoscimento IGP e disciplinare del prodotto

Il percorso verso il riconoscimento IGP iniziò con la determinazione dei produttori locali di proteggere il loro prodotto tradizionale. Con decreto ministeriale del 19 luglio 2011 è stata concessa una tutela nazionale transitoria al nome ‘Melone mantovano IGP’ ed è stata inviata la richiesta alla Commissione Europea per la registrazione come Indicazione geografica protetta. Il nome è stato ufficialmente iscritto nel registro IGP con Regolamento di esecuzione (UE) n. 1109/2013 della Commissione del 5 novembre 2013.

Requisiti chiave del disciplinare

Requisiti di raccolta:

  • la raccolta viene effettuata su base quotidiana, sia per il tipo liscio che retato;
  • le operazioni di raccolta, che vengono effettuate durante le ore fresche della giornata per garantire che la polpa rimanga fresca e compatta, sono eseguite manualmente;
  • il melone viene lasciato maturare in campo. È vietato produrre varietà con semi da ibridi coltivati e non possono essere utilizzate sostanze chimiche che ne accelerino i processi.

Lavorazione post-raccolta:

  • come frutti climaterici, i meloni Melone Mantovano IGP devono essere sottoposti a selezione e timbratura entro 24 ore dalla raccolta, direttamente in azienda o presso strutture di lavorazione idonee;
  • per i prodotti di quarta gamma, entro 24 ore dalla raccolta il prodotto deve essere raffreddato, tagliato e confezionato per preservare inalterate le caratteristiche organolettiche e qualitative.

Standard di qualità:

  • peso minimo 800g;
  • diametro minimo 10cm;
  • contenuto minimo di zuccheri: 12° Brix (13° per la varietà liscia);
  • i frutti devono essere interi (una piccola lesione cicatrizzata sulla buccia causata

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