giovedì 26 luglio 2018
Ricercatori italiani scoprono un lago sotterraneo su Marte
Articolo da Media Inaf
Acqua su Marte: liquida e salata. Sono queste le prime conclusioni delle indagini compiute con il radar italiano Marsis (da Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding), a bordo della sonda europea Mars Express, pubblicate oggi su Science. Allo studio, guidato da Roberto Orosei dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), hanno partecipato scienziati e scienziate appartenenti all’Inaf e ad altri centri di ricerca e università italiane: l’Agenzia spaziale italiana (Asi), l’Università degli studi Roma Tre, l’Università D’Annunzio Chieti-Pescara, il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e Sapienza Università di Roma. I risultati, per la prima volta, confermano che sotto la superficie di Marte c’è acqua allo stato liquido. Probabilmente acqua è salata, visto che Marsis ha individuato il bacino a 1.5 km di profondità, dove la temperatura è sicuramente ben al di sotto di 0 °C. I sali, probabilmente simili quelli che la sonda Nasa Phoenix ha trovato nel ghiaccio della zona circumpolare nord, agiscono da “antigelo”, aiutando a mantenere l’acqua allo stato liquido nonostante la temperatura. Acqua, sali, rocce e protezione dalla radiazione cosmica sono ingredienti che potrebbero far pensare anche a una nicchia biologica. I ricercatori sono convinti che potrebbero esserci altre zone con condizioni favorevoli alla presenza di acqua in profondità su Marte e ora, messo a punto il metodo di analisi, potranno continuare a investigare.
Grazie alla sonda Viking della Nasa, dal 1976 è diventato evidente il fatto che la superficie di Marte fosse un tempo coperta da mari, laghi e fiumi e le successive missioni hanno confermato sempre più tale presenza.
«Il grande dilemma era quindi quello di stabilire dove fosse finita tutta quell’acqua», dice Orosei, primo autore dell’articolo. «Buona parte di questa è stata portata via dal vento solare, che spazzò quella che mano a mano si vaporizzava dalla superficie degli specchi d’acqua. Un’altra significativa porzione è depositata sotto forma di ghiaccio nelle calotte, soprattutto quella nord, e negli strati prossimi alla superficie o è legata al terreno nel permafrost. Ma una parte doveva essere rimasta intrappolata nelle profondità e potrebbe ancora trovarsi allo stato liquido». Questo era ciò che si ipotizzava a metà degli anni ’90, quando la missione Mars Express fu annunciata dall’Agenzia spaziale europea (Esa), e l’Asi propose di adottare un radar a bassa frequenza per investigare il sottosuolo a grande profondità. Il radar fu ideato e proposto da Giovanni Picardi di Sapienza Università di Roma, la sua realizzazione fu gestita dall’Asi e affidata alla Thales Alenia Space – Italia e il lancio avvenne il 2 giugno 2003.
Marsis è un radar sounder, ovvero un radar che opera a frequenze tra 1.5 e 5 MHz in grado di penetrare nel terreno marziano fino a 4 o 5 km di profondità, a seconda delle caratteristiche geofisiche degli strati profondi, ma anche di misurare con accuratezza lo stato e le variazioni della ionosfera marziana. «Era uno strumento di concezione innovativa, completamente diverso dall’unico lontano precursore volato un quarto di secolo prima sull’ultima missione Apollo, estremamente promettente di cui si doveva non solo sviluppare l’elettronica, ma anche il modo di elaborarne i dati. Un contributo importante venne dai colleghi del Jpl della Nasa e dell’Università dell’Iowa», ricorda Enrico Flamini, chief scientist di Asi. Questi ultimi erano principalmente interessati alla misura della ionosfera marziana, mentre il Jpl curò lo sviluppo presso l’industria americana dell’antenna, due leggerissimi tubi di kevlar lunghi 20 metri ognuno che, per poter essere montati a bordo ed essere lanciati con il satellite, dovevano essere ripiegati in una scatola di poco più di un metro di lunghezza.
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Fonte: Media Inaf
Autore: Redazione Media Inaf
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Articolo tratto interamente da Media Inaf
10 commenti:
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Ho sentito la notizia ieri e sono strafelice.
RispondiEliminasinforosa
p.s.
In questi giorni, anche poco fa quando ho cliccato sul tuo post sullo spam, mi suona un campanellino che mi dice che una minaccia è stata rilevata, perché?
Per quanto riguarda mail spazzatura le butto senza aprirle.
Grazie per la segnalazione.
EliminaDi questa notizia (ovvero la presenza di acqua su marte) ne avevo letto qualcosa su un mensile che si occupa di questo genere di argomenti. Stupefacente è però la notizia delle indagini del radar italiano Marsis, chissà quanto altro, scavando sulla crosta marziana, si potrà portare alla luce!
RispondiEliminaMagari troveremo qualche civiltà scomparsa.
EliminaQuesta notizia stamattina ha attirato la mia attenzione, sul giornale...sono rimasto davvero sorpreso! Abituato a vedere i prodotti di fantasia dove Marte è visto come un pianeta aridissimo
RispondiEliminaQuesto pianeta ci riserverà grandi sorprese.
EliminaCiao Vincenzo.
RispondiEliminaHo letto il tuo interessante articolo.
Sono molto contenta di sapere che gli sforzi scientifici abbiano dei risultati così soddisfacenti e grazie di aver pubblicato questa gradita notizia.
L'unico mio cruccio è la lentezza nell'ottenere tali risultati. Spero che la tecnologia e l'innovazione possano essere migliori in futuro.
Abbraccio e notte serena. Ciao.
Speriamo bene.
EliminaA me queste notizie piacciono. Trovo che ci sia qualcosa di "romantico" nella scoperta, che non ha nulla a che fare con il "romanticismo" alla cioccolatini perugina...
RispondiEliminaQualcosa che ci dia speranza.
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