sabato 16 dicembre 2017

Il consumismo sfrenato toglie anche le festività ai lavoratori


Articolo da Vulcano Statale

Luminarie accese, mercatini dappertutto e nevrosi da regalo: il Natale sta arrivando. Ha deciso, irriverente, di non rispettare più l’8 dicembre per iniziare a manifestarsi in tutte le sue forme materiali, anzi anno dopo anno viene ansiosamente anticipato sempre di più, tanto che le lucine a forma di pacco regalo e abeti sono comparse già a partire da metà dello scorso novembre.

Supermercati e negozi rassicurano il consumatore con un’insegna che a caratteri cubitali recita: aperti anche il 24, il 25 e il 31 dicembre.

Insomma, se non farai in tempo a prendere i regali o ti accorgerai di esserti dimenticato di qualcosa all'ultimo minuto, non temere: da qualche parte troverai un centro commerciale aperto e al tuo servizio, dove potrai soddisfare l’esigenza dell’ultimo minuto.

Ma a che prezzo? Se da una parte viene esaudito il desiderio del consumatore abituato ad ottenere tutto e subito, dall'altra una schiera di commessi e cassieri è costretta a lavorare. Questa logica del restare necessariamente sempre aperti, in qualsiasi giorno, a qualunque ora, è stata assimilata soprattutto dai centri commerciali, aperti tutto il giorno e tutti i giorni dell’anno (inclusi festivi e domeniche). In generale, sembra che le persone non abbiano più tempo di fare acquisti nei giorni lavorativi, acquisti che vanno dai più basilari (quelli per soddisfare bisogni fisiologici per intenderci, come il cibo) ai più futili (non necessari per la sopravvivenza). Come ci si barcamenava prima, quando i supermercati erano chiusi di  domenica? Ci si chiede. Quando si compravano i regali di Natale?

In questi tempi di lavoro senza turni fissi, a chiamata, con reperibilità 24/7 e orari sregolati, pensiamo che in fondo tutto questo ci sia dovuto, che sia un diritto o una agevolazione indispensabile il poter fare acquisti in qualsiasi momento ― quando il lavoro ce lo concede.

Non pensiamo mai, però, che le persone che ci permettono il privilegio di questa condizione (commessi e cassieri) subiscono l’assenza di questa condizione e sono quindi impossibilitati a usufruire dello stesso diritto all'acquisto sfrenato e incessante.

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Fonte: Vulcano Statale


Autore: 
Sheila Khan


Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da 
Vulcano Statale



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