Articolo da AstronautiNEWS.it
Gli esperti della missione Voyager 1 al
NASA JPL hanno inviato un comando di accensione dei propulsori alla
sonda che si trova nello spazio interstellare da cinque anni. Mercoledì
scorso la Voyager 1, da una distanza di 21 miliardi di chilometri, ha
obbedito alla perfezione.
Per gli appassionati di esplorazione
spaziale, ogni notizia che giunge a proposito delle missioni Voyager ha
sempre un retrogusto dolce-amaro. Si tratta delle missioni spaziali
ancora attive più longeve e chi ha seguito tutta o parte della loro
storia, torna sempre con una certa nostalgia alle pietre miliari del
loro viaggio nel Sistema Solare, fino a quella tarda estate di 40 anni
fa quando entrambe furono lanciate cariche di tecnologia oggi ormai
obsoleta, eppure apparentemente robustissima. Sebbene il momento in cui
verrà decretata la perdita di segnale si avvicini sempre più, le notizie
a proposito delle Voyager portano con sé sorprese scientifiche ancora
oggi estremamente interessanti.
Quella diffusa dalla NASA nella serata
di ieri è di quelle che fanno pensare a quando si ritrovano vecchi
giochi della nostra infanzia e con sorpresa si scopre che sono ancora
funzionanti, le batterie non si sono deteriorate e quasi magicamente
ripartono a distanza di così tanti anni. La Voyager 1 è la sonda
robotica più lontana e più veloce ancora funzionante ed è l’unica a
trovarsi nello spazio interstellare con la possibilità di inviare
segnali da esso. Per questo è un po’ come il giocattolo più caro di
quelli che abbiamo tra quelli dispersi nello spazio, perché è
l’apripista dell’umanità e in qualche modo (con materia, hardware e un
intero disco di suoni ed immagini, non solo con segnale radio) porta la
seppur flebile fiaccola della nostra presenza in un universo silenzioso.
La Voyager 1 si orienta nello spazio a
mezzo di piccoli propulsori e in questo modo può raggiungere l’assetto
necessario per disporre la sua antenna in modo da comunicare con la
Terra. Questi propulsori si accendono a piccoli impulsi emettendo quelli
che possono essere assimilati a “soffi” o “spruzzi” della durata di
pochi millisecondi. Sotto l’azione di questi impulsi, la sonda è in
grado di ruotare e orientarsi come richiesto. La notizia di ieri è che
il team del programma Voyager ha ora a disposizione quattro propulsori
di backup che non funzionavano dal 1980.
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Articolo tratto interamente da AstronautiNEWS.it
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Photo credit NASA on The Commons (Voyager, 1977-Present) [No restrictions], attraverso Wikimedia Commons
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