Articolo da Tekneco
Per trovare un giugno così caldo bisogna andare molto indietro nel tempo. Stiamo, infatti, vivendo la seconda primavera più torrida dal 1800.
A livello nazionale le temperature massime sono superiori di 2,2 gradi rispetto alla media del periodo, e questo ha generato un calo nelle precipitazioni (addirittura meno 52%) facendo esplodere il problema della siccità.
Fiumi prosciugati (il livello del Po è sceso di 2,56 metri), terre aride, produzioni dimezzate di ortaggi e difficoltà nel nutrire gli animali da allevamento. Il cambiamento climatico non risparmia nulla. E, i numeri forniti da Coldiretti, costruiscono un quadro drammatico.
“Se al nord la temperatura massima è stata di 23,2 gradi (+2,7 rispetto alla media) e le precipitazioni in calo del 51,6%, nel centro Italia - scrive Coldiretti - la colonna di mercurio massima è salita a 24,6 gradi con uno scarto di +2,6 mentre il deficit idrico è stato addirittura dell’85% e nel sud e isole si è registrato un massimo di 27 gradi con una anomalia di 1,8 gradi e la caduta del 64,6% di pioggia in meno. Si aggrava dunque una situazione già difficile con una primavera climatologica che è stata la seconda più calda dal 1800 ad oggi”.
Nell’Italia a secco si moltiplicano anche gli incendi: “Sono state già 15 le richieste di intervento aereo alla protezione civile, il numero più elevato degli ultimi dieci anni per il periodo considerato”.
Caldo che colpisce tutti i settori, compreso quello agricolo. Nei campi gli agricoltori sono costretti all’irrigazione di soccorso per mettere in salvo le proprie produzioni. Nel mirino anche i prodotti dell’eccellenza italiana, quelli del “made in Italy”, come la mozzarella di bufala campana: “In Campania nel Cilento, nell’Alento e nella piana del Sele, ci sono problemi per gli ortaggi e la frutta, ma anche per la mozzarella di bufala perché la mancanza di acqua mette in crisi allevamenti e caseifici”.
Dal Veneto alla Lombardia, dalla Calabria alla Sicilia, dal Piemonte alla Puglia, la siccità ha colpito in modo omogeneo tutta la penisola compresa l’Emilia Romagna che ha, addirittura, chiesto al Governo lo stato di emergenza.
“Di fronte alla tropicalizzazione del clima - conclude Coldiretti - se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi con interventi strutturali che non possono essere più rimandati. Occorrono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, creando bacini aziendali e utilizzando le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere acqua”.
Coldiretti stima che le perdite subite nella prima parte del 2017 siano già pari ad un miliardo di euro.
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Fonte: Tekneco
Autore: Ivan Manzo
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Articolo tratto interamente da Tekneco
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Ciao Vincenzo - purtroppo che gli acquedotti Italiani in molti posti siano una specie di colabrodi non è una novità - - - - invece di fare qualche cosa in autunno nverno e primavera per sistemare i gravi problemi arrivano ogni anno in estate a dichiarare che ci sono gravi problemi. Sigh ! <3 :-)
RispondiEliminaL'acqua è un bene prezioso e va preservato.
EliminaCaro Vincenzo, credo che questo sia solo l'inizio!!!
RispondiEliminaCiao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Bisogna salvare l'umanità e agire adesso.
Eliminaqui due gocce ieri... ma il nostro acquedotto per ora pare ne abbia, il problema è per chi dovrà riceverne da noi molto probabilmente
RispondiEliminaBisogna fare un piano di recupero degli acquedotti e potenziarli, ma soprattutto sprecare meno acqua.
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