Fascisti a Dongo indisturbati, antifascista minacciata ad Ascoli: l’Italia che ignora il divieto di fascismo

A Dongo, come ogni anno, decine di fascisti si sono riuniti per commemorare Mussolini e i gerarchi della Repubblica Sociale Italiana, eseguendo saluti romani e rituali che rievocano la cattura e la fucilazione del 1945. Queste manifestazioni si sono svolte senza alcun disturbo, nonostante la presenza di un presidio antifascista organizzato dall’ANPI, che si batte per difendere la memoria storica e i valori della Resistenza. 

 Nel frattempo, ad Ascoli Piceno, Lorenza Roiati, la fornaia che da anni espone uno striscione antifascista per celebrare il 25 aprile, è stata identificata dalle forze dell’ordine e minacciata con striscioni offensivi e intimidatori, chiaramente di richiamo fascista, come “Da quel forno un tale fetore che diventa simpatico anche il questore” e “L’assalto ai forni” (con la parola “assalto” cancellata), apparsi vicino alla Questura e in altri punti della città. Questi atti sono stati condannati da esponenti politici e associazioni antifasciste, che hanno chiesto al sindaco di Ascoli di prendere una posizione chiara, ricordando che il fascismo è vietato in Italia dalla Costituzione. 

Questa situazione mette in luce una grave contraddizione: mentre a Dongo si consente a gruppi neofascisti di commemorare pubblicamente figure e simboli del fascismo, ad Ascoli Piceno una cittadina che celebra l’antifascismo viene intimidita e minacciata. Ricordiamoci che il fascismo è vietato in Italia dalla legge e che la Costituzione antifascista è un pilastro della democrazia italiana, che deve essere difeso con fermezza contro ogni forma di apologia o nostalgia fascista.

Autore: Spartaco

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