Articolo da Cittadini di Twitter
Il 13° rapporto Censis Ucsi sulla comunicazione, uscito in questi giorni e promosso da Enel, Hp Enterprise, Mediaset, Rai e Tv2000, conferma un trend inesorabile: gli italiani sono sempre più social. I numeri dello studio – presentato presso la Sala Zuccari del Senato da Massimiliano Valerii, direttore Generale del Censis, e discusso da Vania De Luca, presidente Ucsi, Andrea Falessi, responsabile Comunicazione di Enel, Antonio Menghini, direttore Settore Pubblico di Hp Enterprise, Gina Nieri, direttore affari istituzionali, legali e analisi strategiche di Mediaset, Giancarlo Leone, direttore coordinamento editoriale palinsesti televisivi Rai, Lorenzo Serra, direttore Generale di Tv2000, e Giuseppe De Rita, presidente del Censis – parlano chiaro: il 73,7% degli italiani è sul web con la penetrazione di internet che aumenta di 2,8 punti percentuali nell’ultimo anno con punte del 95,9% tra i giovani under 30. La crescita complessiva dell’utenza del web nel periodo 2007-2016 è stata pari a +28,4%: nel corso degli ultimi dieci anni gli utenti di internet sono passati da meno della metà a quasi tre quarti degli italiani (erano il 45,3% solo nel 2007). E mentre diminuiscono gli utenti dei telefoni cellulari basic, in grado solo di telefonare e inviare sms (-5,1% nell’ultimo anno), continua la crescita impetuosa degli smartphone, utilizzati dal64,8% degli italiani (e dall’89,4% dei giovani di 14-29 anni): +12% di utenza complessiva in un anno, una crescita superiore a quella di qualsiasi altro mezzo. Si registrano anche piccole oscillazioni al rialzo per la diffusione di e-reader (+0,7%) e tablet (+1,7%). I consumi tecnologici, nonostante la crisi economica, fanno boom: +190%, segno evidente che questi strumenti sono ormai parte integrante della nostra quotidianità, utili per lo svolgimento della professione ma anche per i rapporti personali, per la lettura e per lo studio, per lo svago e per ogni attività intellettiva.
Usare internet per informarsi, prenotare viaggi e vacanze, acquistare beni e servizi, guardare film o seguire partite di calcio, entrare in contatto con le amministrazioni pubbliche o svolgere operazioni bancarie, ha significato spendere meno soldi o anche solo sprecare meno tempo: in ogni caso, guadagnare qualcosa. Social network e piattaforme online sono indispensabili nella nostra vita quotidiana: facebook è il social network più popolare, usato dal 56,2% degli italiani (il 44,3% nel 2013), raggiunge l’89,4% di utenza tra i giovani under 30 e il 72,8% tra le persone più istruite, diplomate e laureate. L’utenza di YouTube è passata dal 38,7% del 2013 al 46,8% del 2016 (fino al 73,9% tra i giovani). Instagram è salito dal 4,3% di utenti del 2013 al 16,8% del 2016 (e il 39,6% dei giovani). E WhatsApp ha conosciuto un vero e proprio boom: nel 2016 è usato dal 61,3% degli italiani (l’89,4% dei giovani).
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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Articolo tratto interamente da Cittadini di Twitter
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Un triste dato che conferma quanto penso: Si sta assistendo ad un progressivo imbarbarimento socio-culturale sia perché si usano i social spesso per riportare banalità inutili e vuote ma anche perché molti (soprattutto la generazione tra i 25 ed i 35 enni) stanno arrivando a pensare (e lo dico con cognizione di causa ed esperienza diretta) che la vita vera sia quella virtuale e che attraverso di essa si viva la vita con la "V" maiuscola. Ed il resto per queste persone è solo contorno.
RispondiEliminaCiao, non ho le statistiche ma ti garantisco che anche in Francia è la stessa cosa. Nei mezzi pubblici nessuno si parla più, tutti col naso sul loro IPhone o IPad e mi è capitato di vedere che qualcuno continuava a consultarli anche durante un concerto (in modo aereo per fortuna). Io mi rifiuto, ho un piccolo Nokia che mi permette di telefonare e scambiare SMS e che naturalmente spengo quando sono ad uno spettacolo qualsiasi. Ah, si, lo spengo anche quando sono dal kiné per rimettere in sesto la sopalla. Il Nokia mi basta ampiamente. Un cordialissimo saluto.
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