giovedì 1 ottobre 2015

Reddito di civiltà


Articolo da Reset Italia

Questione a lungo dibattuta o, meglio, mai presa in considerazione in un paese a grave rischio di una povertà dilagante come l’Italia, il reddito minimo di cittadinanza conosce una reviviscenza solo in occasione delle campagne elettorali.
E non si comprende come, nonostante le raccomandazioni da parte dell’Ue facciano data dal lontano 1992, le coalizioni di governo che si sono succedute in 20 anni non abbiamo mai preso in considerazione un provvedimento della cui equità è persino superfluo parlare.
E’ evidente che si sta parlando di una delle misure più urgenti per un paese che fatica a intraprendere la strada della ripresa ed in cui persino le sentenze della Corte Costituzionale in tema di pensione troveranno difficile o parziale attuazione.
Misura di tipo universale, il c.d. reddito di cittadinanza viene erogato a qualunque soggetto non si trovi in stato attivo occupazionale o, pur lavorando, non integri con il proprio salario una soglia accettabile.
Pensando all’Inghilterra, alla Germania ed alla stessa Francia, la misura di cui parliamo è erogata trasversalmente a tutta la popolazione insieme, come accennato, a forme di assistenza per l’alloggio.
A mio parere, e non credo di allontanarmi da un ragionamento corretto, viene ad essere consequenziale la diminuzione della corruzione, della raccomandazione e del lavoro sommerso, non a caso, vere e proprie piaghe sociali che affliggono i paesi “deboli” dell’area mediterranea che, come nel caso della Grecia e dell’Italia, non prevedono la misura.
L’Hartz IV in Germania ha un importo di 399 euro al mese oltre l’alloggio, e viene erogato nei confronti di tutti, anche a coloro che non lavorano costando, se le stime sono corrette, 50 mld su base annua.
In Francia, il Revenu de Solidarité Active è stato introdotto nel 2009. Ne ha diritto chi risiede nel paese da più di 5 anni, ha più di 25 anni, chi è più giovane ma ha un figlio a carico o 2 anni di lavoro sul curriculum. Un singolo percepisce 460 euro mensili per un costo gravante sullo stato di circa 20 mld. annui.
Si tratta di cifre importanti, non si può negare, ma in ogni caso non impossibili da sopportare perché si tratterebbe di fare della buona politica, una politica al servizio della cittadinanza nel solco di un rinnovamento del paese e di un welfare a mio modo di vedere moderno e quanto mai necessario in una Europa in profonda crisi.
Storicamente il reddito minimo, così come strutturato modernamente oggi nel Regno Unito, può essere fatto risalire al rapporto Beveridge, pubblicato nel 1942, che dichiarava come le assicurazioni sociali avrebbero dovuto essere il sistema principale della società per la sicurezza economica.
Paradossalmente, in uno scenario di crisi e di precarietà quale quello attuale, una misura di questo tipo appare più urgente oggi.

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Fonte: Reset Italia

Autore: Cristian Curella

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Articolo tratto interamente da Reset Italia

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