Articolo da Radio Onda d’Urto
La strage di sabato 10 ottobre ad Ankara “sarebbe stata compiuta da due attentatori kamikaze”.
A dirlo ufficialmente stamattina, lunedì
12 ottobre, il governo turco, che dopo ore di versioni contrastanti,
smentite, accuse velate alla stessa sinistra, ora sceglie come versione
ufficiale quella più comoda: i kamikaze. Che, da morti, ovviamente, non
possono più parlare.
La credibilità di Erdogan
nel paese però è più bassa che mai. Ieri, domenica, il giorno dopo la
strage di Ankara con i suoi 128morti e 500 feriti, la Turchia è scesa in
piazza per ricordare le vittime e protestare contro il governo, a meno
di tre settimane dalle cruciali elezioni politiche. In migliaia si sono
radunati nella piazza Sihhiye, dove si sarebbe dovuta svolgere la
manifestazione per chiedere la fine del conflitto con il Pkk curdo. Un corteo che ha preso di mira il presidente Recep Tayyip Erdogan,
accusato di fomentare il caos per recuperare sostegno in vista del voto
anticipato del primo novembre. “Lo Stato che ha informazioni su ogni
uccello che vola non è stato capace di prevenire un massacro nel cuore
di Ankara. Avete le mani sporche di sangue”, ha attaccato il leader del
partito filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas.
Da ieri (domenica) manifestazioni contro
lo “Stato assassino” si succedono in tutto il Paese, con scontri e
coprifuoco nel sudest turco, dove pure il cessate il fuoco temporaneo
annunciato ieri dal Pkk regge nonostante la Turchia continui le sue
operazioni militari. Nella notte 49 guerriglieri curdi sono stati uccisi
da nuovi bombardamenti nella regione e in nord Iraq, mentre 2 soldati
sono morti in scontri a fuoco nella provincia di Erzurum.
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Fonte: Radio Onda d’Urto
Autore: redazione Radio Onda d’Urto
Licenza:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.
Articolo tratto interamente da Radio Onda d’Urto
Photo credit Jonny Dickens caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons
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Sempre notizie tragiche. L'uomo distrugge se stesso.
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