Articolo da Radio Città Fujiko
Le aziende potranno controllare computer, tablet e cellulari, così come i badge dei lavoratori senza che sia necessario un accordo sindacale o un’autorizzazione del ministero. Per il controllo sugli «strumenti» di lavoro aziendale basterà informare i lavoratori. Cambia così, con un altro dei decreti attuativi del Jobs act, la disciplina dei controlli a distanza, che riscrive lo Statuto dei lavoratori. Dura la reazione dei sindacati
Un altro colpo basso per lo Statuto dei lavoratori. Con un decreto attuativo del Jobs act, viene riscritta la disciplina del controllo a distanza, prevista dall'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori del 1970.
Con il Jobs Act, le aziende sono autorizzate a effettuare controlli a distanza sui propri dipendenti attraverso impianti audiovisivi senza richiedere un preventivo accordo con il sindacato di competenza. L'unica "accortezza" del datore di lavoro è informare i dipendenti che gli strumenti assegnati sono controllati. Ai nostri microfoni, Giorgio Airaudo, deputato Sel ed ex segretario nazionale Fiom, esprime la sua preoccupazione: "Il fatto che lo possano fare, già di per se, è sbagliato. È normale che un lavoratore riceva, sul telefonino aziendale, una chiamata familiare o privata". Il datore di lavoro, con il potenziamento di nuovi software, può controllare il tempo di attività dei computer, "può osservare una persona: quante volte si sposta, dove va e cosa fa".
Le regole sono "leggermente" diverse per l'installazione di impianti audiovisivi e altri strumenti di controllo: in questi casi serve l'accordo sindacale. Se le imprese contano più unità dislocate in diverse regioni, l'autorizzazione spetta al Ministro del lavoro. Il controllo delle attività dei lavoratori possono essere impiegati per esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale. Ma è chiaro che da qui al controllo della vita privata del lavoratore, il passo è breve.
Continua la lettura su Radio Città Fujiko
Intervento audio su Radio Città Fujiko
Fonte: Radio Città Fujiko
Autore: redazione Radio Città Fujiko
Licenza:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.
Articolo tratto interamente da Radio Città Fujiko
Con il Jobs Act, le aziende sono autorizzate a effettuare controlli a distanza sui propri dipendenti attraverso impianti audiovisivi senza richiedere un preventivo accordo con il sindacato di competenza. L'unica "accortezza" del datore di lavoro è informare i dipendenti che gli strumenti assegnati sono controllati. Ai nostri microfoni, Giorgio Airaudo, deputato Sel ed ex segretario nazionale Fiom, esprime la sua preoccupazione: "Il fatto che lo possano fare, già di per se, è sbagliato. È normale che un lavoratore riceva, sul telefonino aziendale, una chiamata familiare o privata". Il datore di lavoro, con il potenziamento di nuovi software, può controllare il tempo di attività dei computer, "può osservare una persona: quante volte si sposta, dove va e cosa fa".
Le regole sono "leggermente" diverse per l'installazione di impianti audiovisivi e altri strumenti di controllo: in questi casi serve l'accordo sindacale. Se le imprese contano più unità dislocate in diverse regioni, l'autorizzazione spetta al Ministro del lavoro. Il controllo delle attività dei lavoratori possono essere impiegati per esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale. Ma è chiaro che da qui al controllo della vita privata del lavoratore, il passo è breve.
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fa inorridire.
RispondiEliminase poi si considera, la disparità di trattamento tra un lavoratore pubblico o privato che sia ed un docente, per cui nelle aule non possono/devono esserci
telecamere e/o controlli, e poi succedono quelle cose terrificanti a bambini indifesi e, quello che si sa, solo dopo una denuncia circostanziata, produce il Controllo video dei carabinieri...
in ogni caso trovo la cosa aberrante e fuori da ogni logica democratica
SEmpre meglio..... grrrrrrr
RispondiEliminaCome ho già citato riscrivo con qualche sfumatura. Se il paradiso può attendere, l'inferno è qui globalizzato.
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