giovedì 30 ottobre 2014
Licenziati e mazziati
Ieri, gli operai delle acciaierie di Terni sono arrivati in circa mille a Roma, per protestare davanti all'ambasciata tedesca contro il piano del gruppo che prevede circa 550 esuberi e un ridimensionamento degli stabilimenti umbri.
L'accoglienza è stata una carica di manganellate e alcuni operai feriti.
Alla manifestazione ha partecipato anche il segretario della Fiom, Maurizio Landini che a caldo ha dichiarato:
"Altro che slogan del cazzo, altro che palle, Leopolde e cazzate varie. Il governo deve chiedere scusa ai lavoratori. Perché questo Paese esiste perché ci siamo noi a pagare le tasse. E dobbiamo prendere anche le botte, noi che paghiamo, noi... che lavoriamo? E da chi, da altre persone che per vivere devono lavorare? Ma che diano l'ordine di colpire quello che c'è da colpire. Cazzo, in un Paese di ladri, di gente che evade, di corruzione, se la vengono a prendere con gli unici onesti? Ma come cazzo siamo messi?"
Nella tarda serata di ieri, sono arrivate anche le dichiarazioni del governo, che farà luce sui fatti e oggi dovrebbe riferire alla Camera il ministro dell'interno, Angelino Alfano.
Dopo aver fatto questa premessa di cronaca; un commento sui fatti di ieri è doveroso: non è la prima volta che assistiamo a fatti del genere e non sarà neanche l'ultima, la situazione è veramente grave.
Il lavoro non si crea abolendo quei pochi diritti che hanno i lavoratori, inseguendo fantomatici modelli esteri, che possono dare solo mano libera alle speculazioni di grandi multinazionali e industriali senza scrupoli.
Io non dico che tutti gli imprenditori fanno la guerra ai propri lavoratori, fortunatamente c'è anche chi riconosce nel proprio successo, il lavoro svolto dai propri dipendenti.
Oggi molti si lamentano della concorrenza cinese e dei paesi emergenti, ma sapete che i maggiori produttori sono tutti di provenienza estera e sfruttando la manodopera a basso costo, hanno aumentato i loro profitti, oltre che i prezzi finali ai consumatori.
Il problema è uno solo: l'avidità e la grande speculazione in atto da quel modello capitalista che ha portato ai mali più incurabili la nostra esistenza.
Io come padre temo per il futuro dei nostri figli e con quale faccia mi presenterò un domani quando anche lottare, sarà invano?
Voglio tra l'altro ricordare in questo post:
Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi.
Questi sono gli operai morti la notte tra il 5 e 6 dicembre 2007, nello stabilimento Thyssen-Krupp di Torino.
Quando qualcuno vuole negare qualche diritto, basta pensare a loro e a tutti i lavoratori che muoiono ogni giorno lasciando soli, i propri cari.
18 commenti:
I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Caro Vincenzo, credo che l'Italia si trovi in una svolta molto pericolosa!!!
RispondiEliminaSperiamo non venga ancora peggio. Un caro saluto, amico.
Tomaso
Purtroppo in questo momento vedo più spine che rose.
EliminaE' una situazione davvero dura e mi dispiace sentire tutto ciò.. voler lavorare e prendersi le botte è davvero assurdo.
RispondiEliminaA presto.. Dream Teller
Sicuramente!
EliminaIn una situazione grigia come la nostra è un obbligo morale stare dalla parte di chi cerca di contribuire con il proprio lavoro a mantenere un minimo di normalità.Qui la guerra o guerriglia è fra categorie comunque disagiate:chi il lavoro rischia di perderlo e chi per lavorare rischia la incolumità e la riprovazione.Chi dirige e dà ordini sta al riparo.
RispondiEliminaLa cosiddetta guerra tra poveri.
EliminaInizialmente , forse per continuare a sperare ho appoggiato questo governo ... Purtroppo la delusione ora è totale. Questo è un film già visto e rivisto...Renzi sta in piedi con i voti di Berlusconi , che presto, molto presto lo scaricherà.
RispondiEliminaSi andrà a votare con il P.D. spaccato a metà e la sinistra completamente distrutta. Bravo Renzi (burattino della destra con la divisa di sinistra)
Ciao Cavaliere.
Renzi non ha proprio nulla di sinistra.
Eliminaè una vergogna quello che è successo ieri.I politici dovrebbero vergognarsi del loro comportamento,iniziando da Renzi che mi sa ha perso quel poco di cervello che aveva...o perlomeno avevamo creduto che avesse.....
RispondiEliminaLu
Sono d'accordo con te.
EliminaI lavoratori tengono in piede questo paese ma i loro contributi finiscono in mano a non politici che di sinistra hanno solo la loro figura.
RispondiEliminaNon voto da tempo il pd proprio a causa dei personaggi a cui affida le sorti dei cittadini che credono in un paese dove il lavoro è un diritto che deve venire garantito, oltre che tutelato.
Oggi si continuano a fare leggi contro i più deboli, mentre i più potenti aumentano le ricchezze.
EliminaAl sud ed in Sicilia si tocca ancora di piu' la disperazione dei lavoratori.Che soluzione dobbiamo prendere se non quella di protestare per farci sentire e sperare di fare cambiare qualcosa?
RispondiEliminaBuona serata Cavaliere
Infatti, sono in corso tante lotte anche nel sud, dove la disoccupazione ha raggiunto limiti inaccettabili.
Eliminaquesta è la dura realtà il dig. renzi non mi ha mai convinto e infatti
RispondiEliminaNon sei l'unico e dopo i fatti di ieri convince sempre meno.
EliminaIl dibattito sul far venire meno le tutele ai lavoratori è in corso da anni come misura di rilancio.
RispondiEliminaAnzi, un senatore con scorta a nostro carico, ex ministro del lavoro, alcuni anni fa ha presentato una proposta di legge in tal senso e su quella hanno continuato a lavorare.
Negare i diritti ai lavoratori non porterà maggiore occupazione, anzi...
Elimina