venerdì 20 giugno 2014

La morte dei piccoli borghi


Articolo da Altrenotizie.org

Ci sono in Italia 5000 piccoli borghi al di sotto dei 5000 abitanti. Di questi, due terzi sono collocati lungo la dorsale appenninica e c'è chi ha scelto di viverci. Chi perché ci è nato, chi perché era emigrato e dopo anni è tornato a casa, chi perché ha scelto di allontanarsi da città sempre più congestionate, sovraffollate e invivibili. Questi borghi stanno scomparendo, sotto i colpi di una “modernizzazione”, di uno “sviluppo” che va in una direzione imposta e non condivisa.

A colpi successivi, governi ed enti locali li stanno spopolando, forzando la migrazione verso le squallide periferie delle grandi città. Progressivamente nel tempo, si delocalizza la scuola che c'era nel piccolo borgo, un'altra volta si chiude l'ospedale che serviva 10 o 20 di questi piccoli centri, e la carenza di servizi forza gli abitanti a migrare verso le grandi aree urbane.

E' un piano studiato a tavolino di spopolamento delle zone interne dell'Appenino, soprattutto quello centrale e meridionale, che rischia di sconvolgere la stessa geografia dell'Italia. Spostare sì, ma a quale scopo?

Anche se il mondo della politica non lo dice, appare fin troppo chiara una scientifica pianificazione di una nuova riorganizzazione del territorio della penisola. Le aree interne, secondo le intenzioni di chi ha governato e governa, trasversalmente all'arco costituzionale, vanno riusate a nuovi scopi non abitativi.

Così, dopo la Basilicata, è il turno dell'Irpinia di essere al centro di una nuova campagna di trivellazioni petrolifere nelle valli e sulle montagne. Pazienza se si va ad insistere su una zona dove si preleva acqua che va a dissetare un bacino di sei milioni di persone, il 10% degli italiani.

Contemporaneamente, dalle Marche e dall'alto Lazio fino alla stessa Irpinia, è tutto un fiorire di progetti di centrali elettriche, il più delle volte a gas, o ad incenerimento di rifiuti prodotti altrove, che vanno poi allacciate alla rete elettrica nazionale mediante elettrodotti ad alta tensione che sconvolgono il territorio, distruggono ed eliminano aree destinate all'agricoltura o all'allevamento, portano inquinamento elettromagnetico elevato in borghi medievali di 2000 abitanti, che fino a ieri non sapevano neanche cosa fosse l'inquinamento.

Ancora, come se non bastasse, i territori diventano destinatari di progetti di smaltimento dei rifiuti delle grandi città, dalle discariche, fino alle piattaforme per far sparire dalla vista i rifiuti industriali pericolosi.

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Fonte: Altrenotizie.org


Autore:
Alessandro Iacuelli

Licenza: Creative Commons (non specificata la versione)


Articolo tratto interamente da Altrenotizie.org


6 commenti:

  1. Purtroppo caro cavaliere è una realtà che credo che sia impossibile fermare.
    L'evoluzione e le comodità anno fatto cambiare molte cose.
    Ciao e buon fine settimana caro amico.
    Tomaso

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  2. i piccoli borghi se valorizzati potrebbero aiutare il nostro paese ad uscire dalla crisi... potrebbero...

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  3. Mi domando quali possano essere i nuovi scopi non abitativi, fatto sta che tutto questo è di una tristezza unica.
    Buon fine settimana
    SAbrina&Luca

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  4. I borghi poi sono di una bellezza che le città non sanno esprimere e ci si può vivere in una dimensione che le città non sanno e non possono offrire.

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  5. gran bel post, ci si concentra su alcune aree per fare quello che si vuole in altre dove non c'è popolazione che protesta, mi fanno ridere quando dicono il turismo salverà l'italia e poi ci fanno di fianco dei discariche e oltre., spero di parlarne presto

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  6. Nel nostro paese pare ci sia la smania di distruggere tutto ciò che abbiamo di bello. Invece d'incentivare la salvaguardia dei luoghi caratteristici, li distruggiamo o li facciamo morire. buona giornata
    enrico

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