lunedì 9 giugno 2014
Storie di recupero di frutta e verdura
Articolo da AMISnet
Il 30% della frutta e verdura prodotta in Occidente viene scartata per questioni estetiche. In Portogallo la Cooperativa “Fruta Feia” compra questi ortaggi ai produttori e li rivende ai suoi soci. Un’esperienza virtuosa di lotta agli sprechi alimentari.
“I consumatori di tutto il mondo possono insomma decidere quale modello agricolo sostenere, a partire dalla spesa quotidiana. Il risultato sarà globale”. Davide Ciccarese, I semi e la terra
Lisbona è circondata dalla campagna. Qui piccoli e medi produttori producono frutta e verdura di ogni genere. Circa un terzo di questi ortaggi è scartato perchè “brutto”: cetrioli troppo grandi, mele troppo piccole, carote storte, frutti macchiati da grandine o pioggia. Questi prodotti vengono acquistati dalla Cooperativa Fruta Feia a circa la metà del prezzo di vendita e rivenduti ai soci allo stesso prezzo, in spazi pubblici offerti da associazioni che sostengono il progetto.
In Italia un progetto di recupero della frutta è nato da pochi mesi a Roma, si chiama Frutta Urbana. Frutta Urbana ha iniziato a fare una mappa di tutti gli alberi e i frutteti esistenti in città e l’ha messa a disposizione dei cittadini. Si tratta di verde pubblico, esistente nei parchi o lungo le strade, alberi i cui frutti nessuno fino ad oggi ha raccolto. L’obiettivo è quello di organizzare una raccolta e una distribuzione gratuita alle mense sociali e ai banchi alimentari della frutta fresca, ma anche quello di far capire l’importanza della presenza degli alberi in città.
Secondo le ricerche della Fao, ogni cittadino spreca circa ottanta chili di cibo perfettamente commestibile all’anno, cifra che aumenta sino ad arrivare a 180 chili di spreco pro capite se si considera l’intera filiera, dalla semina al consumo finale. Lo spreco che avviene nei campi, dovuto cioè alla mancata raccolta, rappresenta una buona fetta degli sprechi. Nel 2010 in Italia sono stati quindici milioni di quintali i prodotti agricoli perfettamente commestibili andati persi.
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Fonte: AMISnet
Autore: redazione AMISnet
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Articolo tratto interamente da AMISnet
5 commenti:
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Caro cavaliere, molto spesso la frutta classificata di seconda qualità perché si presenta non troppo bella è spesso più gustosa.
RispondiEliminaCiao e buona serata caro amico.
Tomaso
Dovremmo imparare,o semplicemente pensare "in proprio".Da tempo ci siamo abituati a ragionare seguendo le logiche di una distribuzione interessata all'aspetto esteriore,più che alla qualità.Sto frequentando i "mercati del contadino"dove trovo prodotti a km zero e sapori veri,estetica a parte..Decidiamo noi,è vero,basta solo autoabituarci a pensare.Grazie Cavaliere,anche per i video eccezionali che condividi.
RispondiEliminaCome sempre il nostro Cavaliere non smentisce l'interesse dei suoi post!
RispondiEliminaAbbraccio serale!
Iniziative interessanti, è assurdo sprecare il cibo e poi di questi tempi…ancora di più!
RispondiEliminaBuona serata
Carmen
ottimo sistema per non scartare ciò che invece può essere dato a chi non può arrivare alla fine del mese
RispondiEliminaciao Cavaliere