Articolo da La Terra Trema
Con l’aggravarsi delle catastrofi climatiche e il conseguente deterioramento del tessuto sociale e delle reti di sicurezza statali e individuali, la ricerca di una valvola per sfogare la rabbia e la paura della precarietà assoluta si fa sempre più urgente per non sprofondare nella disperazione. Così se da un lato cresce la radicalità delle azioni di contrasto al governo fossile, dall’altro crescono rami dell’estrema destra che riescono a infiltrarsi nel dibattito ecologista.
La risposta della destra al problema climatico ha sempre preferito l’opzione del negazionismo o della gogna pubblica per le persone che prendono parte a movimenti “anti-sistema” spostando l’attenzione dei loro elettori, dalla loro ignoranza o negligenza in materia, alla pigrizia, alle spalle coperte dai genitori delle attiviste e degli attivisti, alla mancanza di proposte “non ideologiche” nella sinistra parlamentare, alla “violenza” dei centri sociali e altri spauracchi. La faccia elettorale dell’estrema destra però nasconde un terreno sempre più fertile di teorie che ricordano le dissertazioni di Himmler, Eichmann o Hitler. Se non ci sarà una risposta reale della sinistra alle persone che perderanno casa, lavoro e cari, vedremo, come nei peggiori film distopici, queste teorie neonaziste attecchire perché risponderanno immediatamente ai loro bisogni emotivi: trovare dei colpevoli per la loro situazione e sentirsi al sicuro.
Queste tendenze “ecologiste” dell’estrema destra vengono denominate, dai loro stessi esponenti, ecofascismi o econazismi1. Hanno preso piede soprattutto nel Nord America, grazie ai forum di estrema destra come 8chan e il facile accesso alle armi, ma si sono espanse anche in Italia e nel resto del territorio europeo, con maggior presa in Germania. La loro ideologia è un miscuglio di teorie di destra come la pulizia etnica, le teorie sulla relazione tra scarsità di risorse e aumento della natalità di Malthus, il Sangue e Terra (Blut und bloden) nazista, la sottomissione della donna, la superiorità della razza, con pratiche New Age e un ritorno alla terra che ricordano le parole di Henry David Thoreau, Theodore Roosevelt e Theodore John Kaczynski (Unabomber), utilizzato come meme profetico sui blog dell’alt-right negli ultimi anni2. Nelle comunità in cui è promosso l’ecofascismo non è raro che vengano utilizzate per l’attività di reclutamento pratiche comuni a quelle delle sette: lovebombing, uso strumentale dell’empatia e, successivamente, isolamento dalle relazioni affettive e richiesta insistente di denaro per accedere ai livelli successivi dell’organizzazione o delle “pratiche di purificazione”3.
Per quanto riguarda il fronte europeo il tedesco è la lingua prediletta, come sono tedesche le prime teorie a cui fanno riferimento. La stessa parola “ecologia”, intesa come scienza, ha origini legate al darwinismo sociale. Ernst Heinrich Haeckel, fautore tedesco di Darwin, coniò il termine in modo da poter applicare categorie biologiche ad aspetti sociali4. Già nel 1920 un gruppo di hippy di destra, i Wandervögel, si unirono a migliaia al partito nazista, proprio perché negli scritti dello stesso Hitler ci sono richiami al pensiero ecologista e all’amore verso gli animali, al legame indissolubile tra sangue e terra di appartenenza. Di recente si è ricominciato a parlare di movimenti ecofascisti durante il 2019 dopo due massacri compiuti a El Paso, in un centro commerciale dove morirono ventidue persone di origini ispaniche, e a Christchurch in Nuova Zelanda, in cui furono uccise cinquanta persone in due moschee. In entrambi i casi gli attentatori inserivano nei loro manifesti delle preoccupazioni ambientali, per cui la risposta doveva essere lo sterminio di una certa etnia, o l’adozione di soluzioni xenofobe. Sempre nel 2019 è emersa in rete una serie di video, a volte fasulli, nei quali, con la popolazione mondiale chiusa in casa per la pandemia, la natura si riprendeva se stessa, i fiumi si purificavano e piante e alberi crescevano rigogliosi. La didascalia di questi video era «Noi siamo il virus», pendendo verso una logica estinzionista per cui «se l’essere umano dovesse estinguersi il pianeta starebbe meglio», ignorando però tutte le motivazioni sociali legate alla distribuzione di risorse, ai posizionamenti storici dei paesi in via di sviluppo e alla storia colonialista dell’Europa nei confronti del mondo5. A quanto pare l’ecofascismo moderno, soprattutto in America, è caratterizzato anche da una isteria legata all’ascesa della destra populista e all’uso del meme e dei social network come strumenti di polarizzazione6.
Questo è un movimento nato di recente che si sta sempre più espandendo e che minaccia di colpire fasce della popolazione già a rischio, come persone di origine araba o ispanica che vivono nei paesi cosiddetti occidentali. Questo tipo di idee si è affermato pian piano anche in Italia, in cui esiste un ramo di Casa Pound, La Foresta che Avanza, in cui vengono promosse istanze green a favore dei diritti degli animali (solamente nella dimensione della vivisezione e del circo), e la preservazione del territorio. Cito dal loro sito: «La Foresta che Avanza è un movimento ecologista identitario che si batte per un’integrazione dell’uomo nell’ambiente in cui vive, superando la visione antropocentrica e materialista dell’ambiente al servizio dell’uomo o dell’ambiente come risorsa da sfruttare. […] (Facciamo) divulgazione attraverso conferenze, convegni e pubblicazioni del modello energetico rinnovabile, del modello ambientale integrato fra uomo e natura, la tutela degli animali per le loro necessità e la tutela dei loro spazi, la visione di una società futuristica, dove grazie alle nuove tecnologie l’ambiente possa essere non una risorsa da sfruttare ma un patrimonio da tutelare e con cui convivere e non un vezzo ecologista simbolo di un edonismo ambientalista che ha portato i nostri luoghi a perdere il contatto con la propria identità»7.
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Fonte: La Terra Trema
Autore: Leonardo Lovati
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Articolo tratto interamente da La Terra Trema
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