Solo per ottenere l’Università gratuita servirebbe un maxi finanziamento di 1,6 miliardi di euro,
e ne servono altrettanti aumentare le soglie di accesso e gli importi
delle borse di studio garantendole anche a chi ora viene esclusə, per
colmare il digital divide, per investire in nuove
residenze universitarie e ristrutturare le vecchie, e per elargire
contributi affitto per lз fuori sede. In tutto, come studentз, abbiamo
bisogno di 3 miliardi e mezzo di euro.
Sembrano tanti? Non lo
sono. In primo luogo, perché investire in Università comporta un
investimento in termini di esternalità positive per il Paese tutto, in
termini di aumento della popolazione altamente istruita e di forte
spinta all’ascensore sociale, fermo da troppi anni. In secondo luogo, un
rifinanziamento all’Università va pensato all’interno di una riforma
complessiva nel Paese anche dal punto di vista fiscale: beni pubblici
come le università e diritti come quello all’istruzione dovrebbero
essere garantiti e sostenuti dalla fiscalità generale, e non comprati
come se fossero merci e servizi “a carico dell’utente”.
In Italia, l’1% della popolazione possiede il 25% della ricchezza complessiva da solo. Perché non redistribuire? Sarebbe sufficiente inserire un’imposta unica progressiva sui grandi patrimoni per
creare un forte sistema di redistribuzione che non appesantisca
ulteriormente, come altri sistema fanno, le tasche della popolazione
che, pur avendo bassissimi redditi, possiede piccoli patrimoni (come le
case). In questo modo, nelle casse statali entrerebbero almeno 4
miliardi di euro. Sarebbe altresì necessario, come proposto dalla rete Sbilanciamoci!, della quale facciamo parte, rimodulare le aliquote Irpef sugli scaglioni di reddito, che comporterebbe per lo Stato delle entrate di 2 miliardi di euro. Assoggettando a Irpef le rendite finanziarie (esclusi i titoli di Stato), si potrebbero ottenere poi altri 2 miliardi e mezzo di euro. Infine, riducendo la franchigia sulle tasse di successione e inserendo misure progressive per i redditi più alti, entrerebbe quasi un miliardo di euro. Ecco, i soldi ci sono!
Non
possiamo accettare che le spese universitarie pesino sulle spalle degli
studenti, sottolineando che questo peso è distribuito solo nei pochi
che possono permettersi di iniziare gli studi universitari e di portarli
a termine. Ancora troppo basso è, infatti, il numero di immatricolati, ancora troppo alto è, invece, il tasso di abbandoni.
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Fonte: Link Coordinamento Universitario
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Articolo tratto interamente da Link Coordinamento Universitario
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