sabato 28 settembre 2019

I cambiamenti climatici corrono più rapidamente del previsto


Articolo da Unimondo

In questi giorni di importanti mobilitazioni per il clima, vogliamo dare voce alla scienza.  Cosa ci dice la scienza sui cambiamenti climatici in atto? L’ente più accreditato a cui rivolgersi è il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) che periodicamente, su commissione delle Nazioni Unite, fa il punto della situazione. È di agosto 2019 il Rapporto speciale sull’uso del suolo, frutto di due anni di lavoro che hanno coinvolto oltre 100 scienziati di tutto il mondo.

Il rapporto esamina l’impatto delle attività di sfruttamento del suolo e delle foreste sugli eventi climatici estremi e rileva che circa 4,9 miliardi ettari di suolo, pari a un terzo delle terre emerse del pianeta, sono oggi utilizzati per l’agricoltura. L’aumento della popolazione globale è una delle motivazioni utilizzate per giustificare la persistenza di un modello di agricoltura intensivo ma su questo punto non ci possono essere equivoci: nel mondo circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo non vengono utilizzate, e producono il 25-30% delle emissioni di gas serra.

L’uso eccessivo di fertilizzanti e pesticidi sta provocando una diffusa erosione dei suoli e in diverse aree agricole italiane questo fenomeno è già evidente dalla Lombardia alla Puglia, dalla Campania alla Sicilia.  Il rapporto conclude che per invertire i cambiamenti climatici in atto dovremmo rivedere il modo di coltivare, evitando l’agricoltura intensiva, ad esempio optando per un modello di agroecologia e in generale sistemi alimentari a bassa produzione di gas serra, senza l’utilizzo di diserbanti e pesticidi.

Tra i suggerimenti, si sottolinea la necessità di ridurre la produzione di carne del 65%. Ciò infatti potrebbe portare ad una diminuzione della produzione mondiale di soia, utilizzata principalmente come mangime per gli allevamenti(a questo uso è infatti destinato l’85% del raccolto mondiale) e il terreno potrebbe essere convertito in aree boschive, tutelando così il suolo dall’erosione e dalla desertificazione.

Gli scienziati sottolineano come vaste aree di foreste continuino ad essere sradicate per lasciare spazio a coltivazioni di olio di palma, soia, allevamento di bestiame, cotone e bioenergia (eucalipto, pioppo, robinia). Al ritmo attuale ben 13 milioni di ettari di foreste (pari a 43 “Italie”), ogni anno, vengono convertite in piantagioni e aree di allevamento. Eppure, le foreste sono in grado di ritenere e trasformare gran parte dell’anidride carbonica responsabile del riscaldamento globale.

I dati parlano anche di come il surriscaldamento globale colpirà diversamente il Nord e Sud del mondole popolazioni che risiedono nelle zone aride esposte allo stress idrico aumenteranno tra i 35 e 522 milioni. E questi paesi ne sono coscienti. È di luglio la notizia che ha fatto tanto scalpore per cui l’Etiopia ha fatto piantare circa 350mila alberi per affrontare i cambiamenti climatici.

A fine settembre l’Ipcc ha pubblicato un nuovo rapporto, anticipato dal magazine Wired, relativo alle conseguenze del surriscaldamento globale sulle risorse idriche mondiali. Secondo il rapporto, se il riscaldamento globale non si interrompe a 1,5 gradi, il livello del mare si innalzerà abbastanza da costringere 280 milioni di persone a migrare nell’entroterra. In Europa in pericolo sono i Paesi Bassi, che si trovano al di sotto del livello del mare con il punto più profondo a 6.7 metri. L’innalzamento del livello del Mediterraneo, invece, riguarderebbe tutte le regioni italiane bagnate dal mare. Lo scorso luglio, l’Enea, l’ente pubblico di ricerca nei settori dell’ambiente e dell’energia, ha aggiornato la tabella con ulteriori 7 aree costiere a rischio inondazione .

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Fonte: Unimondo

Autore: 
Lia Curcio

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da 
Unimondo.org



10 commenti:

  1. Almeno le coscienze si stanno smuovendo. Cerchiamo di essere ottimisti..

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  2. Dati allarmanti. Piena consapevolezza. Impariamo ad arginare la gravità anche attraverso i nostri piccoli ma determinanti gesti quotidiani....grazie a te per il bel post! Buona domenica.

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  3. Bella rassegna di dati tangibili.
    Potrei capire, ma non condividere, il danneggiare l'ambiente, gli ecosistemi, per trarne un beneficio per sé stessi e per i propri discendenti. Ma qua si sta facendo del male al pianeta danneggiando sé stessi!
    Non credo molto nelle manifestazioni, perché non sono protratte a oltranza fino a che qualcuno non accolga le proteste; ma almeno c'è quel confronto tale da generare consapevolezza, ovviamente con la solita zavorra di idioti che deve fare ironia su Greta in varia misura...

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  4. E' impossibile ormai ignorare il problema...eppure per molti è così, speriamo bene!
    Buona settimana

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