lunedì 14 agosto 2017
Notturno di Edith Irene Södergran
Notturno
Ho intonato un canto.
Venuto non so da dove
è scivolato come seta sulle mie corde.
Che sia dovuto agli sciolti capelli neri della notte?
O forse ai bianchi tratti sognanti della luna?
E la notte cantava, cantava
della solitudine che cullando a tutto dà pace,
cantava delle sognanti naiadi,
dei ruscelli senza brusio, del segreto della gora...
La notte aveva il fiato sospeso
una rosa mi si è avvizzita tra le mani
e tale la quiete come fosse svanito l’ultimo sospiro
del tutto.
Edith Irene Södergran
2 commenti:
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Veramente bella questa poesia caro Francesco!!!
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
È da tanto che non mi godo le magie della notte, dovrò rimediare!
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