mercoledì 17 maggio 2017

L'Italia delle disuguaglianze



Articolo da Fanpage.it

Un Paese bloccato, in cui l’ascensore sociale funziona solo verso il basso e in cui si è perso ogni senso di apparenza a una determinata classe sociale. È questa la fotografia che emerge dal rapporto annuale 2017 dell’Istat, che ha l’ambizioso obiettivo di ridefinire la società italiana, determinando i nuovi gruppi sociali e, di fatto, cambiando i criteri con i quali suddividiamo la popolazione italiana.

Per l’istituto di statistica, il criterio migliore è quello di suddividere gli italiani in nove nuovi gruppi, principalmente in funzione del reddito e del benessere familiare.

I nuovi gruppi sociali sono nove: famiglie a basso reddito con stranieri (quello che presenta le peggiori condizioni economiche definite in base al reddito, con uno svantaggio di circa il 40 per cento rispetto alla media), famiglie a basso reddito di soli italiani (un gruppo a basso reddito, il 30 per cento circa in meno rispetto alla media nazionale dei redditi equivalenti), anziani soli e giovani disoccupati, giovani blue collar (famiglie in cui la persona di riferimento è operaio a tempo indeterminato in tre casi su quattro e lavoratore atipico nei restanti casi, con reddito in linea nella media), famiglie tradizionali della provincia (con un reddito equivalente medio inferiore del 25 per cento rispetto alla media nazionale), famiglie degli operai in pensione, famiglie di impiegati, pensioni d’argento, classe dirigente. Lo schema di inquadramento è il seguente:


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Fonte: Fanpage.it



Autore: 
Adriano Biondi


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Articolo tratto interamente da Fanpage.it 




4 commenti:

  1. Tante, troppe disuguaglianze... le stesse che in altri paesi hanno condotto a sanguinose rivoluzioni.
    Dove finiremo?
    Un abbraccio, Franny

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    1. Se non si cambia rotta, non vedo nulla di buono all'orizzonte.

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  2. Fotografia del presente, spero si cambi rotta

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