lunedì 15 maggio 2017
Il Mediterraneo inquinato da plastica e idrocarburi
Articolo da OggiScienza
SPECIALE APRILE – Otto milioni di tonnellate di plastica vengono scaricate negli oceani ogni anno. Questo materiale altera il delicato equilibrio dell’ecosistema marino e rischia di compromettere siti naturali ad alta biodiversità e la vita delle specie che vi risiedono. L’inquinamento derivante da plastica, bottiglie di vetro e contenitori per alimenti costituisce la minaccia più evidente per l’equilibrio biologico dei mari, anche se spesso risulta difficile quantificarne la portata e l’impatto.
Un recente studio, Marine litter assessment in the Adriatic and Ionian Seas, realizzato grazie alla collaborazione tra Albania, Bosnia Herzegovina, Croazia, Italia, Grecia, Montenegro e Slovenia propone per la prima volta un focus dedicato a due bacini del Mediterraneo, lo Ionio e l’Adriatico.
Per la ricerca sono stati raccolti e catalogati oltre 700.000 rifiuti: il 91% è costituito da rifiuti di plastica, mente per il restante 9% si tratta di vetro, ceramiche, oggetti in metallo. Le tre tipologie di rifiuto maggiormente presenti sulle spiagge prese in esame sono rispettivamente piccoli pezzi di plastica – il cui diametro è compreso tra i 2,5 e 50 centimetri-polistirolo e cotton fioc. La ricerca ha preso in esame tre piani: oltre alla spazzatura presente sulle spiagge, sono state esaminate le superfici acquatiche e i rifiuti presenti sui fondali marini. In media, su ogni chilometro quadrato d’acqua galleggiano 332 rifiuti. Nei siti più inquinati, come il Golfo di Venezia, si superano anche i 1000 rifiuti per chilometro quadrato. L’alta densità dei rifiuti dipende essenzialmente da tre fattori, come spiega Francesca Ronchi, ricercatrice dell’Ispra e autrice del report. “La vicinanza con i grandi centri urbani, Venezia appunto, la particolare corrente ‘anti-oraria’ che c’è in questa parte dell’Adriatico e la foce del Po che getta in mare i rifiuti raccolti lungo il suo corso”.
Per ottenere dati ancora più dettagliati, i ricercatori hanno cercato di comprendere la quantità di rifiuti che viene ingerita dai pesci: dalle analisi è emerso che sono soprattutto le specie ittiche dell’Adriatico meridionale a ingerire più spazzatura, con conseguenze che rischiano di impattare non solo la fauna marina, ma anche la salute umana. Studi più approfonditi dovranno qualificare l’impatto dell’accumulo di rifiuti plastici nei pesci, chiarendo anche quali conseguenze rischia di avere questo fattore sull’uomo.
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Fonte: OggiScienza
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Articolo tratto interamente da OggiScienza
6 commenti:
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La plastica è una vera iattura e quando viene scaricata in mare i danni che provoca sono quelli che leggiamo qui nel post.
RispondiEliminaPurtroppo si.
Elimina..leggevo delle mie amate cozze che, filtrando circa 20/25 di acqua al giorno, stanno diventando depositi di microplastiche che ci mangiamo col limone e il pane tostato intinto nell'olietto... sigh!!
RispondiEliminaLe cozze sono le spazzine del mare, anch'io le mangio, ma purtroppo assorbono tutto.
EliminaSei riuscito a farmi star male!!! Ma davvero a nessuno importa? Ma si decidono a fare qualcosa? Io sono ecologica al massimo, la gente un po' si sta svegliando, ma se non fanno qualcosa di grosso non se ne esce!! :((((
RispondiEliminaSe non si riesce a difendere la natura, sarà la fine dell'umanità.
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