Canzone di Marzo
Che torpida notte di marzo!
ma che mattina tranquilla!
che cielo pulito! che sfarzo
di perle! Ogni stelo, una stilla
che ride che brilla su lunghe parole.
Le serpi si sono destate
col tuono che rimbombò primo
Guizzavano, udendo l'estate,
le verdi cicigne tra il timo;
battevan la coda sul limo
le biscie acquaiole.
Ancor le fanciulle si sono
destate, ma per un momento;
pensarono serpi, a quel tuono;
sognarono l'incantamento.
In sogno gettavano al vento
le loro pezzuole.
Nell'aride bresche anco l'api
si sono destate agli schiocchi.
La vite gemeva dai capi,
fremevano i gelsi nei nocchi.
Ai lampi sbattevano gli occhi
le prime viole.
Han fatto, venendo dal mare,
le rondini tristo viaggio.
Ma ora, vedendo tremare
sopr'ogni acquitrino il suo raggio,
cinguettano in loro linguaggio,
ch'è ciò che ci vuole.
Sì, ciò che ci vuole. Le loro
casine, qualcuna si sfalda,
qualcuna è già rotta. Lavoro
ci vuole, ed argilla più salda;
perché ci stia comoda e calda
la garrula prole.
Giovanni Pascoli
Che torpida notte di marzo!
ma che mattina tranquilla!
che cielo pulito! che sfarzo
di perle! Ogni stelo, una stilla
che ride che brilla su lunghe parole.
Le serpi si sono destate
col tuono che rimbombò primo
Guizzavano, udendo l'estate,
le verdi cicigne tra il timo;
battevan la coda sul limo
le biscie acquaiole.
Ancor le fanciulle si sono
destate, ma per un momento;
pensarono serpi, a quel tuono;
sognarono l'incantamento.
In sogno gettavano al vento
le loro pezzuole.
Nell'aride bresche anco l'api
si sono destate agli schiocchi.
La vite gemeva dai capi,
fremevano i gelsi nei nocchi.
Ai lampi sbattevano gli occhi
le prime viole.
Han fatto, venendo dal mare,
le rondini tristo viaggio.
Ma ora, vedendo tremare
sopr'ogni acquitrino il suo raggio,
cinguettano in loro linguaggio,
ch'è ciò che ci vuole.
Sì, ciò che ci vuole. Le loro
casine, qualcuna si sfalda,
qualcuna è già rotta. Lavoro
ci vuole, ed argilla più salda;
perché ci stia comoda e calda
la garrula prole.
Giovanni Pascoli
Pascoli mi commuove ancora oggi, con la sua ingenua vena poetica che sa di piccole cose vere. E' il poeta della mia adolescenza. Forse ho avuto un professore di lettere giusto, me lo ha fatto amare infinitamente.
RispondiEliminaIo sono nata a Marzo. Mio fratello e mia figlia anche. Questa bellissima Poesia
RispondiEliminadi un Poeta che ho sempre amato ,un pò mi appartiene.
Quando ero molto piccola , la mia Mamma mi aveva insegnato che se mi chiedevano quando ero nata ,dovevo rispondere " quando tornano le
rondini " Laura A.
Veramente straordinaria queste poesia, qui si assapora che la primaverera sta preparandosi per arrivare e tutti ne saremo felici di quando arriva.
RispondiEliminaCiao e buon inizio della settimana caro Vincenzo.
Tomaso
Non c'è niente da fare...Leopardi è sempre e comunque un grande.
RispondiEliminaEvviva Marzo!
Baci Vincenzo.
Una delle più belle poesie del Pascoli. Tra l'altro a lui si riconduce il famoso detto Marzo è pazzo anche se in realtà lui scrisse Marzo è matto, ormai si è fatto questo nome....
RispondiEliminaFelice giornata
Paolo
Bellissima, l'ho riletta con grande piacere.
RispondiEliminaBuona serata.
Antonella
Un tuffo nell'adolescenza a guardare fuori dai vetri. Poesia...
RispondiEliminaTi auguro una felice settimana.
Ciao Cavaliere, grazie per questa poesia che mi regala un sorriso.
RispondiEliminaInfluenza quasi passata, un abbraccio!
Adoro la primavera, è la mia stagione preferita, soprattutto tra aprile e maggio. :)
RispondiEliminaIspy 2.0