domenica 22 marzo 2015
Giornata Mondiale dell’Acqua
Articolo da Unimondo.org
Istituita dall’Onu già nel 1992, la Giornata Mondiale dell’Acqua invita a riflettere su questa preziosa risorsa naturale, “per imparare a salvaguardarla e a utilizzarla in modo responsabile”, tanto che il tema affrontato in questa XXIII edizione è “Acqua e sviluppo sostenibile”. A questo punto bisognerebbe chiarirsi almeno sul nesso che c'è tra sviluppo sostenibile e profitto, visto che a detta di Paolo Carsetti, della segreteria operativa del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, “Negli ultimi mesi si sta delineando abbastanza chiaramente un piano attraverso il quale il Governo italiano intende rilanciare con forza il processo di privatizzazione e finanziarizzazione dell’acqua e dei beni comuni con l’obiettivo di aggirare i referendum del 2011”. Per quanto concerne i servizi pubblici locali e, quindi, anche il servizio idrico, tale progetto si ispira direttamente al programma sulla spending review il quale prevede aggregazioni e fusioni delle grandi aziende e/o multiutilities nel tentativo di ridurre gli sprechi e i costi della politica. Sarà vero?
Per Carsetti “Due sono i provvedimenti legislativi che il Governo ha messo in campo e che interessano anche l'acqua. Il primo è contenuto nelle norme del Decreto Sblocca Italia che, modificando profondamente la disciplina riguardante la gestione dell’acqua, mirano di fatto alla privatizzazione del servizio idrico”. Si tratta della modifica del principio cardine su cui si basava la disciplina, ovvero il passaggio da “unitarietà della gestione” a “unicità della gestione” e l’imposizione progressiva del gestore unico per ogni ambito territoriale. Si arriverebbe, quindi, anche grazie al secondo provvedimento, La legge di stabilità, a costruire un vero e proprio ricatto nei confronti degli enti locali i quali, oramai strangolati dai tagli, sarebbero spinti alla cessione delle loro quote sul mercato azionario. “Con la Legge di stabilità - ha spiegato Carsetti - si prevede, da una parte, la limitazione dell’affidamento in house (nella sua concezione comunitaria, quindi, sia a S.p.A. a totale capitale pubblico che ad aziende speciali) creando vincoli finanziari nei bilanci degli Enti Locali e, dall’altra, si favoriscono le privatizzazioni incentivando la cessione di quote e più in generale le operazioni di fusione”. Un meccanismo per cui, attraverso processi di aggregazione e fusione, i quattro colossi multiutilities attuali – A2A, Iren, Hera e Acea – già collocati in Borsa, potranno inglobare tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici, divenendo i “campioni” nazionali in grado di competere sul mercato globale.
Nella medesima direzione vanno anche le norme inserite negli articoli 14 e 15 del cosiddetto Disegno di legge delega Madia (Riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche), che se approvato nell’attuale versione, consegna una delega in bianco al Governo e permette: “Un reale aggiramento dei referendum del 2011 con strumenti capaci di agire trasformazioni irreversibili” ha spiegato Carsetti. In questo modo si legittima un meccanismo predatorio dei territori, promuovendone uno sfruttamento incontrollato fondato sulle privatizzazioni, sulle concessioni selvagge, sulle deroghe ai vincoli paesaggistici e ambientali, sulla compressione degli spazi decisionali democratici degli enti locali e delle comunità. Di fatto per il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua “Con grandi e piccole differenze tra un territorio e l’altro si applicano sostanzialmente ricette con caratteristiche simili: sottrazione del potere decisionale, la scomparsa della funzione pubblica e sociale dell’ente locale trasformandone il ruolo da erogatore di servizi per la collettività a facilitatore dell’espansione della sfera di influenza dei capitali finanziari e da garante dell’interesse collettivo a sentinella del controllo sociale delle comunità”.
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Fonte: Unimondo.org
Autore: Alessandro Graziadei
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Articolo tratto interamente da Unimondo.org
2 commenti:
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ci provano da sempre...visto che nel prossimo futuro l'acqua sarà più preziosa dell'oro e del petrolio.
RispondiEliminaNapoli, per ora è fuori dalla privatizzazione, ma se così da come leggo, la legge delega dovesse passare, siamo nei casini più neri.
grazie dei tuoi aggiornamenti Cavaliere.
Per comprendere meglio forse si dovrebbe parlare di più della situazione siciliana, dove la privatizzazione dell'acqua, verso cui tanto si spinge, ha portato a situazioni davvero paradossali. Ma pare che anche un referendum abbia poco valore. Che ci stiamo a fare noi cittadini? Buon lavoro Cavaliere.
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