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giovedì 18 dicembre 2025

Scioperi in varie parti d'Europa



Articolo da Chicago86

Se il welfare state serve a raffreddare la temperatura sociale, un suo taglio non può che provocare tensioni crescenti

La miseria crescente spinge un numero sempre più grande di lavoratori precarizzati, sottoccupati e disoccupati a scendere in strada in diverse città d'Europa. Non si tratta di crisi episodiche né di errori di gestione nei bilanci pubblici, ma di una traiettoria storica che impone ai senza riserve la difesa immediata delle condizioni di vita attraverso scioperi, manifestazioni e blocchi. Ad ogni latitudine i bonzi sindacali, pompieri del conflitto sociale, cercano di ricondurre lo scontro di classe ad una disputa elettorale o giuridica, ma non sempre vi riescono.

Il Belgio ha vissuto un'ondata di lotte sindacali senza precedenti dal 24 al 26 novembre, uno sciopero generale nazionale (indetto da FGTB, ACV-CSC, ACLVB) contro il pacchetto di misure del governo De Wever. Tutto il paese è rimasto bloccato: ferrovie, trasporti locali, scuole, servizi pubblici, porti di Anversa e Zeebrugge ed aeroporto di Bruxelles. La partecipazione è stata massiccia e ha visto decine di migliaia di lavoratori nelle principali città (oltre centomila nella capitale, secondo alcune stime), mentre governo e sindacati buttavano acqua sul fuoco con un accordo che permette allo stato una "piccola" deviazione di bilancio (circa 9,2 mld€), spingendo i lavoratori ad accontentarsi della sola sospensione dell’indicizzazione salariale.

In Portogallo, le confederazioni sindacali CGTP e UGT hanno indetto lo scorso 11 dicembre il dodicesimo sciopero generale della storia repubblicana, per protestare contro la riforma del lavoro del governo Montenegro. Questo pacchetto contiene oltre cento modifiche al Codice del Lavoro (tra cui contratti a termine più lunghi, licenziamenti più facili e limitazione della reintegra in caso di licenziamento illegittimo). Metro, treni e bus hanno circolato solo con servizi minimi, gli aeroporti di Lisbona e Porto hanno cancellato il 90% dei voli, mentre scuole, università e uffici pubblici sono rimasti chiusi ovunque. Scontri tra polizia e manifestanti sono scoppiati davanti al parlamento. I sindacati hanno parlato di circa tre milioni di lavoratori in sciopero (oltre metà della forza-lavoro nazionale), ma hanno fatto rientrare la lotta a seguito della prospettiva di un incontro con il governo, che però ha già dichiarato che le riforme sono necessarie per la competitività dell'economia nazionale.

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Fonte: 
Chicago86

Autore: redazione 
Chicago86


Articolo tratto interamente da 
Chicago86


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