Articolo da L’Anatra di Vaucanson
Il seguente testo è solo una parte di un lungo saggio di Robert Kurz dal titolo Geld ohne Wert [it: “Denaro senza valore”] (Horlemann Verlag, 2012). Esso rappresenta il lascito teorico e l’ultimo contributo organico dell’autore nella direzione di un notevole tentativo (iniziato già a metà degli anni Ottanta) di ricostruire la critica dell’economia politica e di formulare una teoria radicale della crisi del capitalismo. Ci limitiamo qui a fornire alcune succinte coordinate.
Il fulcro della trattazione è naturalmente la questione del denaro e del suo valore, sapientemente declinata attraverso un confronto con l’antichità e l’età medioevale in cui il denaro non aveva affatto il ruolo centrale che riveste nella modernità con la sua universalizzazione del capitalismo e delle relative categorie. Sottolineando la natura storicamente e logicamente differente del denaro nella modernità capitalistica rispetto alle epoche premoderne, Kurz imposta la questione della sua funzione sociale negli ultimi secoli e ne mette in luce gli elementi di crisi.In secondo luogo, l’accento viene posto sulla necessità di analizzare la società capitalistica come un intero. Di conseguenza Kurz conduce una critica serrata al cosiddetto “individualismo metodologico”1 che caratterizza l’approccio utilizzato da Marx ne Il capitale ma anche e soprattutto le correnti neo-marxiste più recenti (in particolare la cosiddetta Neue-Marx-Lektüre di Michael Heinrich).
Nello specifico il testo che presentiamo prende in esame la categoria della “circolazione” mettendone in luce la natura illusoria. Se intesa come uno scambio generalizzato di merci prodotte da produttori indipendenti con la mediazione dal denaro, essa non ha mai avuto luogo storicamente; infatti nelle società premoderne non vi era alcuna produzione universale di merci mentre nella modernità capitalistica il denaro non media affatto lo scambio di merci differenti ma costituisce un fine in sé, in ossequio alla logica fondamentale del sistema. Questa idea ha piuttosto il suo luogo d’elezione nella visione ideologica della teoria economica ufficiale (quella del “velo del denaro”). Nella realtà le merci vengono realizzate, vendute e consumate ma non “circolano”.
A sua volta una circolazione del denaro si era forse brevemente verificata in quella che Kurz definisce la fase di transizione verso la costituzione capitalistica, che mette in relazione con lo sconvolgimento sociale dettato dall’innovazione delle nuove armi da fuoco e degli eserciti professionisti (la “rivoluzione militare”) e la crescente monetarizzazione dei rapporti sociali.
Di conseguenza non ha più senso parlare di una circolazione che quindi “scompare”. Ma questa scomparsa (da non confondere con la sostituzione della sfera del mercato con un sistema di controllo pianificato come nella teoria critica di Horkheimer e Adorno) coincide con l’instaurazione della dinamica sociale fondata sulle metamorfosi cicliche del valore attraverso le sue manifestazioni (o stati di aggregazione) della merce e del denaro. Ed è proprio tale metamorfosi che si cela dietro la percezione ideologica della circolazione, come figura della scienza economica e illusione della coscienza sociale.
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Fonte: L’Anatra di Vaucanson
Autore: Robert Kurz e Samuele Cerea
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Articolo tratto interamente da L’Anatra di Vaucanson







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