venerdì 21 febbraio 2025

In Francia vietati i PFAS in diversi prodotti



Articolo da VeZ – Veneto ecologia Z Generation

L’Assemblea nazionale francese il 20 febbraio ha approvato una nuova legge che vieta sull’uso dei Pfas in cosmetici, prodotti a base di cera, impermeabilizzanti per abbigliamento e articoli tessili. I Pfas, noti come “inquinanti eterni” per la loro persistenza nell’ambiente e i rischi per la salute umana, sono sostanze chimiche sviluppate negli anni ’40 che rappresentano un rischio significativo per la salute umana e l’ambiente. Oggi se ne contano oltre 4.000 tipi, presenti in numerosi prodotti di uso quotidiano: abbigliamento, tappezzeria, imballaggi alimentari e persino nelle acque potabili.

L’innovativo provvedimento preso dal parlamento francese, passato con un’ampia maggioranza – 289 voti favorevoli e solo 51 contrari – rende la Francia il Paese più avanzato in Europa nella lotta contro l’inquinamento da queste sostanze nocive. Dal 1º gennaio 2026 sarà vietata la produzione, importazione e vendita di prodotti contenenti Pfas, inclusi cosmetici, tessuti e scioline. Entro il 2030, il divieto si estenderà a tutti i prodotti tessili.

Reazioni e implicazioni della normativa

Greenpeace ha accolto con favore la decisione, sottolineando l’urgenza di un’azione simile in Italia. «Mentre la Francia adotta misure decisive, l’Italia resta immobile nonostante i gravi casi di contaminazione, come quello del Veneto», ha dichiarato Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. Il riferimento è al caso Miteni di Trissino (Vicenza), uno dei più gravi episodi di contaminazione da Pfas a livello mondiale.

Anche Cristina Guarda, eurodeputata del gruppo Verdi/ALE, ha elogiato l’iniziativa francese, definendola un modello da seguire. «Questa legge è un segnale forte che dimostra come le politiche ambientali possano e debbano essere ambiziose. L’Italia non può continuare a ignorare il problema, servono interventi concreti e urgenti», ha affermato Guarda.

La situazione in Italia: ritardi e mancanza di regolamentazione

A differenza della Francia, l’Italia non dispone ancora di una normativa specifica sui Pfas nelle acque potabili e negli articoli di consumo. La direttiva europea 2020/2184, che entrerà in vigore nel 2026, stabilirà limiti obbligatori per queste sostanze, ma secondo Greenpeace e altri esperti tali parametri sono già superati dalle recenti evidenze scientifiche.

Nel frattempo, alcune regioni italiane, in particolare il Veneto, sono teatro di un grave inquinamento da Pfas. Il processo Miteni, attualmente in corso, potrebbe rappresentare un punto di svolta nella gestione di questo problema: il 13 febbraio il pubblico ministero Hans Roderich Blattner ha richiesto, per 9 dei 15 imputati, pene per 121 anni e 6 mesi. Tuttavia, le istituzioni italiane faticano a introdurre restrizioni efficaci che proteggano la salute pubblica.

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Fonte: VeZ – Veneto ecologia Z Generation

Autore: Marianna Tandura

Licenza: This work is licensed under Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International

Articolo tratto interamente da 
VeZ – Veneto ecologia Z Generation


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